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Caso Iuventa, dopo 7 anni tutti prosciolti gli imputati: le ong non erano “taxi” dei migranti

Sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste: gli equipaggi delle navi coinvolte erano accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

Di Redazione |

Dopo 7 anni lunghi anni si conclude tra gli applausi con una sentenza di non luogo a procedere per i 10 imputati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il procedimento penale nei confronti dei componenti dell’equipaggio delle ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere. Le organizzazioni umanitarie erano accusate dai pm di Trapani di aver stretto accordi con i trafficanti di uomini e di non aver prestato in realtà soccorso ai profughi ma di aver fatto loro da «taxi», trasbordandoli dalle navi libiche alle quali poi avrebbero permesso di tornare indietro indisturbate.

Il gup che ha emesso la sentenza con la formula perchè il fatto non sussiste è Samule Corso. Il non luogo a procedere era stato chiesto dalla stessa Procura di Trapani dopo una inchiesta costata circa 3 milioni di euro. Nel procedimento era costituito parte civile il ministero dell’Interno che si è rimesso alla decisione del gup. I pm avevano anche disposto il sequestro dell’imbarcazione Iuventa della ong Jugend Rettet, una delle tre organizzazioni umanitarie coinvolte. La nave nel frattempo ha subito danni enormi ed è inutilizzabile.

Scene di gioia di decine di volontari delle ong impegnate nel soccorso dei migranti e di cittadini trapanesi hanno accolto la sentenza di proscioglimento. Cori e applausi sono stati rivolti ai legali delle tre organizzazioni.

«Abbiamo continuato a fare il nostro lavoro in questi sette anni. Questa sentenza è una speranza per il futuro perché si lasci da parte l’accusa infamante alle ong di complicità con i trafficanti. Un giudice oggi ha detto che erano accuse fondate sul nulla», ha commentato Marco Bertotto direttore dei programmi di Medici senza frontiere.

Il legale

«La formula assolutoria dice che non c’era niente, mancava la condotta materiale», ha spiegato l’avvocato Alessandro Gamberini, legale della ong Jugen Rettet, a proposito della decisione del Gip di Trapani di prosciogliere dalla accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina 10 componenti dell’equipaggio delle ong Save the children, Msf e della stessa Jugen Rettet.

«I fatti materiali non sono stati dimostrati e non erano dimostrabili come noi abbiamo sostenuto con richieste di archiviazione alla Procura. Questo processo è una delle origini del male, della diffamazione delle ong chiamate spesso a essere complici dei trafficanti», ha aggiunto.

«Si chiude un’epoca – ha proseguito – anche se non chiedo che il nostro ministro Salvini si fermerà».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA