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Dell’Utri e il “lascito” da 30 milioni di Berlusconi: «Non ha comprato il mio silenzio»

L'ex senatore parla del denaro che l'ex cavaliere gli ha lasciato nel testamento: «E' stato un gesto di amicizia»

Di Elvira Terranova |

«Questa donazione, totalmente inaspettata, è un gesto d’amore, più che di amicizia, da parte di Silvio Berlusconi. E non è affatto il pagamento del mio silenzio, come dice qualche seminatore impuro di odio pieno di astio».

A dirlo, in una intervista all’Adnkronos, è Marcello Dell’Utri, l’ex senatore di Forza Italia, commentando a freddo la notizia del lascito di 30 milioni di euro da parte di Silvio Berlusconi. «Sono davvero sorpreso. Silvio non mi doveva nulla e nulla mi aspettavo – dice ancora Dell’Utri – Per me è stato un colpo impressionante. Questa mattina mi ha chiamato il notaio per dirmelo, prima ancora che la notizia finisse sulla stampa. E io sono rimasto basito. Ripeto, è stato un gesto d’amore. Perché lui non mi doveva niente. Ma ha dato valore dell’amicizia».

Dell’Utri di recente è stato assolto nel processo sulla trattativa Stato-mafia, ma in passato era stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Pena già scontata.

«Silvio Berlusconi è un modello per tutti e non solo per questo lascito – dice Dell’Utri- Era un uomo straordinario. Non so come definirlo, ma ha lasciato una grandezza enorme, ripeto non solo per il gesto».

Ma come l’ha presa la famiglia di Marcello Dell’Utri?

«Anche loro sono sorpresi – dice – ma più che per la quantità dei soldi per il riconoscimento che dà questo gesto. Questa donazione a me, alla mia persona, non è il pagamento di alcun silenzio. Ma silenzio di cosa? Mi hanno già fatto un grosso danno e continuano, perché io soffro di queste cose, anche se faccio finta di niente. Resisto e lotto. Resisto perché cerco di fare scorrere tutto».

«Sicuramente Silvio Berlusconi avrà interpellato la sua famiglia prima di decidere questa donazione per me – dice ancora Marcello Dell’Utri- evidentemente è stato fatto con il loro accordo». Poi, Dell’Utri, che conosceva Berlusconi “da oltre 60 anni”, va indietro nel tempo e dice: «Il ricordo più bello di Silvio è stata la sua grande capacità di entusiasmarsi. Aveva una energia straordinaria- dice – anche solo quando mi chiamava, metteva energia, e io adesso ho perso questa energia che mi dava lui, era un uomo fantastico. Lo conoscevo da 60 anni e tutte le volte che ci vedevamo faceva progetti su tutto e li realizzava, io lo aiutavo. Senza di me lui sarebbe stato sempre Berlusconi, mentre io senza Berlusconi non sarei stato quello che sono».

E se la prende ancora con chi sostiene che quella donazione sia il «pagamento del suo silenzio». L’11 novembre del 2019 Silvio Berlusconi depose al processo trattativa Stato-mafia. Ma in quella circostanza, a sorpresa, decise di optare per il silenzio. «Su indicazione dei miei avvocati, mi avvalgo della facoltà di non rispondere», disse. Nonostante la convocazione dei legali del suo amico di sempre, Marcello Dell’Utri, che era uno degli imputati del processo, condannato in primo grado a 12 anni di carcere e poi assolto. Una decisione, il silenzio di Berlusconi, che non era stata presa bene dalla moglie di Dell’Utri.«È meglio che non parlo – disse Miranda Ratti all’AdnKronos- meglio che non dico quello che penso. Ricordo solo che la testimonianza di Berlusconi era stata ritenuta decisiva persino dalla Corte di assise d’appello di Palermo. Qui c’è la vita di Marcello in gioco». Una dichiarazione accorata, senza precedenti. Rafforzata anche da altre parole, provenienti dall’entourage di Dell’Utri: «Sorpresa, rabbia, incredulità. E una grandissima amarezza». Poi i due si sentirono, e nel frattempo è arrivata l’assoluzione per Dell’Utri. Che oggi attacca chi parla di «pagamento del suo silenzio». «Chi lo dice non sa cosa sono i valori umani, dell’amicizia, le storie delle persone… E mi fermo qui«.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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