Notizie Locali


SEZIONI
Catania 21°

Cronaca

I familiari di Aldo: «Costretti a pubblicare quelle foto orribili per chiedere giustizia»

Di Claudio Costanzo |

Aldo Naro ha perso la vita a 24 anni, ucciso mentre si trovava con la propria fidanzata ed amici per divertirsi in compagnia. Per l’omicidio è stato condannato un reo confesso, una persona che al momento del delitto era minorenne e che avrebbe ucciso Aldo con un calcio alla testa.

Aldo Naro

Per la famiglia del medico, che si era appena laureato con il massimo dei voti, però, la cosa non poteva finire così: il padre Rosario, ufficiale dei carabinieri al comando della sezione della Polizia giudiziaria del tribunale, la madre Anna Maria e la sorella minore Maria Chiara non hanno mai smesso di cercare e chiedere la verità sui fatti di quella notte.

Dopo udienze, interventi a mezzo stampa e in televisione, i familiari di Naro hanno deciso di smuovere le coscienze in maniera diretta: nella notte tra domenica e lunedì, mamma Anna Maria ha postato su Facebook 16 fotografie ritraenti il corpo di Aldo dopo l’autopsia.

«Le conclusioni a cui pervengono gli organi inquirenti al termine delle indagini svolte, fanno sì che “si ritiene che la responsabilità per l’omicidio di Aldo Naro sia da attribuire esclusivamente al minorenne, già giudicato è condannato per tale reato dalla competente Autorità Giudiziaria” – si legge nel post pubblicato dalla madre di Naro -. Prescindendo da tutte le considerazioni che sono state e saranno prospettate e fatte valere nelle sedi a cui deputate, in definitiva, secondo le deduzioni a cui si è pervenuti, il calcio sferrato dal minorenne avrebbe avuto, da solo, incredibilmente, come conseguenza, l’aver provocato lesioni (lungo l’elenco nel post su Facebook n.d.r.), per come è riportato nella relazione di consulenza medico-legale concernente il decesso. Davvero un solo calcio sferrato da un unico soggetto ad una persona che si trova a terra può provocare tutte le lesioni? Se così non fosse, chi ha provocato tutte le altre? E pertanto, chi sono gli altri assassini di Aldo? Perché questo fondamentale aspetto della vicenda non è stato approfondito? Le immagini che si mostrano possono dare un idea ancora più chiara dell’assurdità delle tesi di chi ha indagato. Per altro, mancano, perché non fatte nel corso dell’autopsia, le foto del ventre, dei genitali e della parte frontale e interna delle cosce della vittima. Inspiegabilmente, non è stato effettuato alcun esame radiologico, e nessuna Tac a parte quella del cranio».

A seguito della pubblicazione delle foto, diversi organi di informazione si sono messi in contatto con la famiglia Naro. Il padre di Aldo, colonnello del carabinieri, ha così spiegato una scelta di così forte impatto: «Adesso abbiamo deciso di dire basta. Aldo ha una mamma e una sorella. E io che sono uomo delle istituzioni non posso ignorare la loro voglia di verità e giustizia. Abbiamo appena iniziato a mostrare all’opinione pubblica tutte le incongruenze emerse nelle indagini. Non possiamo più stare zitti. Noi famiglie di vittime di efferati delitti troppo spesso dalle indagini non abbiamo giustizia. Per questo abbiamo deciso di pubblicare le foto dell’autopsia. Una cosa grave, lo comprendo. Abbiamo voluto coinvolgere l’opinione pubblica su quanto è successo a mio figlio. Non possiamo accettare la conclusione delle indagini che ha portato alla condanna di un solo 17enne unico responsabile che ha ucciso mio figlio con un calcio. E’ evidente come dimostrano le foto che Aldo è stato ucciso non solo da una persona».

E, ancora, da noi interpellato, il papà di Aldo ha reso note le prossime date delle udienze: tredici persone sono imputate per rissa; tre hanno scelto il rito ordinario, mentre il responsabile della sicurezza della discoteca ha chiesto di patteggiare la pena di un anno. «Il 9 aprile prossimo si celebrerà l’udienza per il rito ordinario, mentre l’8 maggio vi sarà quella per l’abbreviato – le parole del colonnello Naro -. Nelle nostre iniziative non siamo mossi da altro che dalla volontà di fare in modo che Aldo abbia vera giustizia. Per questo abbiamo deciso di smuovere le coscienze».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati