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Il cantiere del Ponte creerà 23,1 miliardi di Pil ma solo un terzo per il Mezzogiorno (e le briciole per la Sicilia)

Unioncamere: trattativa con Ciucci per coinvolgere di più le imprese siciliane, che hanno indicato 15 priorità infrastrutturali urgenti

Di Redazione |

palermo. Ben quindici infrastrutture prioritarie mancano all’appello per fare della Sicilia l’hub commerciale che servirebbe al Mediterraneo per portare le merci in Nord Europa senza navigare fino a Rotterdam, ora che i ribelli Houthi hanno fatto scappare dal canale di Suez il 65% dei traffici. La realizzazione urgente di queste opere è stata chiesta dalle imprese siciliane, alle prese con difficoltà quotidiane che hanno portato ad un crollo di 8 miliardi dell’export nel 2023.

Cosa c’è nel “libro bianco”

Lo hanno fatto attraverso il “Libro bianco” di Unioncamere Sicilia in collaborazione con Uniontrasporti, presentato ieri a Palermo. Come ha spiegato Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti, l’elenco delle 15 opere prioritarie comprende le prime otto indifferibili (l’alta velocità Palermo-Catania, l’ammodernamento a quattro corsie della Palermo-Agrigento, la ferrovia Messina-Catania, il completamento del raddoppio ferroviario Palermo-Messina, la Ragusa-Catania, la velocizzazione della ferrovia Catania-Siracusa, la pedemontana di Palermo col collegamento al porto e il Ponte sullo Stretto di Messina) e le sette opere prioritarie (la Nord-Sud, il completamento della Siracusa-Gela, la tangenziale di Agrigento, il collegamento del porto di Augusta, l’interporto di Termini, il collegamento dell’aeroporto di Birgi e il terminal cargo a Comiso).«Il “Libro bianco” – ha spiegato Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – indica come mettere le catene produttive e gli operatori del trasporto nella condizione di disporre di una rete di nodi logistici e di strade e ferrovie veloci concepita per il trasporto intermodale ferro-nave e ferro-aereo e per le autostrade del mare».

Gli alert

Il “Libro bianco” segnala alle istituzioni anche alert medi riguardo ai possibili rischi per la realizzazione di due opere prioritarie (la Catania-Siracusa, il cui costo nel frattempo è aumentato, e la Pedemontana di Palermo che vede tempi assai lunghi) e quattro alert più blandi per Messina-Catania, Palermo-Catania, Ragusa-Catania e Ponte sullo Stretto.«Il Ponte – ha evidenziato Ivo Blandina, presidente di Uniontrasporti – trascinerà con sé lo sviluppo dell’intera rete di trasporto dell’Isola. A partire dal raddoppio della Palermo-Messina fino all’anello che Anas sta progettando per collegare i territori di Trapani e Agrigento e i porti della costa Sud con l’alta velocità e con l’asse della Sicilia orientale fino a Messina».

I numeri del Ponte

Con l’occasione Dino Ferrarese, senior expert di Openeconomics, ha illustrato il nuovo studio dell’impatto che avrà sull’economia dei territori il cantiere del Ponte sullo Stretto nei suoi otto anni di durata. Considerati anche i ritorni sotto forma di investimenti dell’insieme delle imprese e dei consumi dei 36mila 700 occupati stabili, per un costo d’opera previsto di 13,5 miliardi si avrà un contributo complessivo di 23,1 miliardi al Pil del Paese, un gettito fiscale per lo Stato di 10 miliardi, un contributo complessivo di 22,1 miliardi ai redditi delle famiglie, 10,9 miliardi di redditi da capitale, 8,8 miliardi di redditi da lavoro e 3,4 miliardi di imposte indirette. Quanto al Pil diretto, indiretto e indotto nelle singole regioni, la Lombardia riceverà il maggiore contributo (5,5 miliardi), seguita da Lazio (2,6), Sicilia (2,1), Emilia-Romagna (1,99), Veneto (1,98) e Calabria (1,4). Ma, nel complesso, a Nord e Centro andranno 16,5 miliardi di questo aumento del Pil, cioè il 50%, lasciando le briciole a Sicilia e Calabria. Ciò perché, ha spiegato Ferrarese, «al Nord sono maggiormente concentrate le imprese che per dimensioni e capacità possono garantire la fornitura di materiali, servizi e tecnologie».

Coinvolgere le imoprese siciliane

Blandina ha detto che, nel tentativo di riequilibrare la distribuzione regionale dell’aumento di Pil, Unioncamere Sicilia con Uniontrasporti e Confindustria Sicilia hanno avviato un’interlocuzione con l’A.d. della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, per individuare in Sicilia tutte le imprese che possano essere coinvolte nei cantieri e creare filiere di dimensioni adeguate.Valerio Mele, direttore tecnico della Stretto di Messina, ha assicurato che i cantieri delle opere propedeutiche al Ponte partiranno quest’estate dopo l’approvazione del piano finanziario da parte del Cipess. Inoltre, ha chiarito che, se nel corso degli otto anni di cantiere dovessero arrivare nuove tecnologie o materiali, saranno adottati adeguando il progetto. Così come massima sarà l’attenzione all’ambiente. Prova ne sia che nell’aggiornamento del piano di incidenza ambientale rispetto al progetto del 2011 è stata prevista la realizzazione di habitat protetti, sono stati sostituiti il tipo di piloni sottomarini per non impattare sui cetacei e il tipo di illuminazione stradale per non nuocere all’avifauna.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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