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Caronia, la pesca “intelligente” con la truffa all’Ue: sequestrati 700 mila euro a imprenditore ittico

Denunciati alla Procura di Patti il titolare di una azienda e altri imprenditori compiacenti. L'ammontare dei contributi complessivamente incassati è di almeno 1,7 milioni

Di Redazione |

Un’azienda ittica di Caronia, nel Messinese, avrebbe truffato circa 1,7 milioni all’Ue, con i fondi erogati dalla Regione. E’ questa almeno l’accusa emersa dalle indagini della Guardia di finanza di Messina, coordinate dalla Procura della Repubblica di Patti e condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Sant’Agata di Militello, che hanno denunciato alla magistratura il titolare di una ditta individuale e di alcuni imprenditori compiacenti per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

I contributi, orientati alla promozione di una pesca “intelligente”, attraverso l’aumento della produttività ed un migliore sfruttamento delle risorse biologiche marine, erano finalizzati a realizzare un impianto di acquacoltura, con bacini di acqua dolce per l’allevamento di pesci del tipo persico e storione, destinati poi alla successiva vendita.

Le investigazioni si sono incentrate sull’esame delle fatture relative al programma d’investimento, inoltrate dalla ditta individuale alla Regione a riprova dell’avvenuto sostenimento delle spese. La successiva analisi delle modalità di pagamento e delle sottostanti transazioni finanziarie, tuttavia, non disgiunto all’esame incrociato della documentazione fiscale, ha consentito di rivelare un articolato disegno criminoso, congegnato al solo fine di indurre in errore la Regione.

In sostanza, il responsabile dell’azienda ittica, grazie anche alla complicità delle ditte appaltatrici dei lavori, in alcuni casi riconducibili a prossimi congiunti, ha rendicontato alla Regione il sostenimento di costi ampiamente superiori rispetto a quelli effettivi, facendo risultare come effettuati svariati pagamenti che, nella realtà, non erano mai avvenuti.

Le somme formalmente pagate agli appaltatori per la realizzazione delle opere venivano ritrasferite al soggetto percettore del contributo, mediante l’impiego di mezzi di pagamento tracciabili, il tutto solo formalmente regolarizzato attraverso fatture per prestazioni mai effettivamente rese.

La Procura di Patti ha chiesto e ottenuto dal gip del Tribunale il provvedimento di sequestro preventivo per le ingenti somme indebitamente percepite che è stato eseguito dalle Fiamme Gialle di S. Agata di Militello e che ha riguardato liquidità e beni rinvenuti nella disponibilità degli indagati, per un ammontare di circa 700 mila euro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA