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Siracusa, Crocetta bacchetta soprintendente

Siracusa, Crocetta bacchetta soprintendente «Per pulire il Parco ci sono i forestali»

Polemica sulla manutenzione dell'area archeologica

Di Redazione |

Il Parco archeologico di Siracusa è invaso dalle sterpaglie e la soprintendente Panvini ha  lanciato l’allarme. Ma il presidente della Regione non ci sta e ha bacchettato il capo dell’ufficio retuse che tutela i beni culturali: “Mi indigno quando apprendo che i parchi archeologici, come quello di Siracusa, sono invasi dalle sterpaglie. Invece di lamentarsi per la mancanza di fondi, i responsabili chiedano al dipartimento beni culturali l’invio dei forestali. Lunedì informerò il dipartimento, farò una circolare ad hoc – annuncia Crocetta – Abbiamo 24 mila forestali, altro che assenza di fondi”.

A Siracusa – come ha scritto La Sicilia in edicola stamane – addirittura un’azienda siracusana si sarebbe offerta per effettuare gratuitamente i lavori di diserbo e potatura all’interno del parco ma non prima di giugno. Cespugli ed erbe incolte sono destinati a restare al loro posto ancora per una quarantina di giorni.

«E magari è meglio così – dice la Sovrintendente ai beni culturali Rosalba Panvini- perché le previsioni meteo non lasciano sperare nulla di buono per i prossimi giorni e, se intervenissimo adesso, rischieremmo di vanificare tutto a causa della pioggia. L’erba rinascerebbe subito e forse diventerebbe ancor più alta di come è adesso». Un commento amaro quello della responsabile del patrimonio archeologico aretuseo, consapevole di non poter far nulla a causa della mancanza di risorse finanziarie. Palermo ha chiuso i rubinetti e le Sovrintendenze non possono incidere su problemi di questo tipo. Che la zona archeologica di Siracusa non godesse di buona salute era risaputo ma certo l’effetto che provoca agli occhi dei turisti un degrado tanto accentuato non è di poco conto. Un pessimo biglietto da visita per una città che si avvicina a grandi passi verso il 52° ciclo di rappresentazioni classiche, in programma al Teatro Greco dal 13 maggio al 26 giugno. C’è un senso di abbandono che fa male se si considera che l’area è una delle più maestose dell’intera isola.

«So bene – prosegue la Panvini – in quali condizioni si trovi il parco archeologico di Siracusa e certo non posso esserne felice. È una situazione che fa male innanzitutto a me e poi credo anche a coloro i quali lavorano nell’area. Saremmo già intervenuti se avessimo avuto i fondi necessari per farlo, ma purtroppo siamo costretti a rimanere inermi. Il Teatro Greco, l’Orecchio di Dionisio e l’anfiteatro meriterebbero una manutenzione più costante perché agli occhi dei turisti rappresentano delle meraviglie. Noi però al momento non siamo in grado di garantirle».

L’ultimo intervento di diserbo fu effettuato una mezza dozzina di mesi fa, per le prime operazioni del 2016 occorrerà attendere probabilmente l’inizio dell’estate. E sarà possibile effettuarle solo grazie alla disponibilità palesata da un’azienda che non avrebbe chiesto un euro in cambio del servizio che presterà. Amore per la città, certamente, ma non è dato sapere se e quale possa essere un secondo motivo che potrebbe spingerla ad operare gratuitamente. «Non posso dire altro – esclama Panvini – Dobbiamo solo ringraziare chi ridarà un pizzico di decoro ad una zona che sembra abbandonata. Ripeto, se avessimo avuto le risorse, avremmo già provveduto ad effettuare la potatura degli alberi e le operazioni di pulizia dell’intero sito, ma così purtroppo non è». La Regione non avrebbe in cassa i soldi necessari alla pulizia e così la zona è soggetta ai “capricci” del meteo, ma certamente quanto hanno dovuto vedere alcune scolaresche siracusane in visita ieri e nei giorni scorsi all’anfiteatro romano non è stato uno spettacolo affascinante.

Panchine divelte, sarcofaghi aperti lungo la stradina che conduce all’anfiteatro ed un senso di degrado generale che induce a pensare sul modo in cui non viene curato il patrimonio archeologico della città. Nel 2015 l’anfiteatro è stato interessato da lavori di valorizzazione e riqualificazione che sono durati circa 7 mesi. Solo in piena estate è stato riaperto. Sembrava tornato ai fasti di un tempo ma, se non viene effettuata la manutenzione ordinaria, i risultati sono quelli che si presentano oggi agli occhi di tanti visitatori il cui passaparola determina una pubblicità positiva o negativa per qualsiasi sito. E il parco archeologico aretuseo non sfugge a questa logica. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA