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Rigenerazione, incontro tra nuovo ed esistente: la sfida del quartiere Antico Corso con “Paesaggi Aperti”

Di Redazione |

La sfida della rigenerazione e della programmazione di un’area ricca di storia, cultura e potenziale inespresso. In quartiere Antico Corso di Catania potrebbe essere definito come un’opera incompiuta, come un “brutto anatroccolo” che aspetta di diventare un cigno. Dalla riqualificazione e nuova destinazione d’uso in polo universitario del Monastero dei Benedettini (a partire dagli anni Ottanta del Novencento), infatti, la trasformazione dell’intera area ha subito un brusco arresto, diventando negli ultimi anni oggetto di discussione, studio e una scommessa per dare nuovo volto alla città.

Un tema al centro dell’iniziativa Paesaggi Aperti – promossa da IN/Arch e IN/Arch Sicilia – e dibattuta questa mattina – 30 marzo – nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini. Un confronto che ha visto allo stesso tavolo istituzioni, professionisti e associazioni, al fine di tracciare un solco su cui gettare le basi, rispondendo alle necessità della popolazione, della città, dei cambiamenti ambientali, sociali e climatici. «Nel quartiere – evidenzia la presidente di IN/Arch Sicilia Mariagrazia Leonardi – è già stato avviato un percorso di ristrutturazione urbanistica, che va messo a sistema in forma condivisa con tutti gli stakeholders, per migliorare la qualità della vita e rendere l’area più appetibile per chi vive la città e per i turisti». «Tanti, infatti – per Lucia Pierro, componente del direttivo IN/Arch Sicilia – i beni da mettere a sistema, da quelli naturali a quelli storici e culturali. Un aspetto che accomuna non solo Catania, ma gran parte della Sicilia: è la necessità di valorizzare il territorio e di renderlo più vivibile. Partendo da qui IN/Arch ha voluto dar vita a questo progetto che si prefigge anche di realizzare una mappatura delle aree, raccogliere idee e progetti e stilare una guida di best practices per coinvolgere le comunità in percorso condiviso e sostenibile di rigenerazione dei territori».

Considerato il riconoscimento del suo valore da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca – che ha appoggiato l’idea attraverso un finanziamento – Paesaggi Aperti si presenta come un “cantiere” e una grande opportunità, «soprattutto per quelle porzioni di Catania – commenta il vicesindaco della città etnea Paolo La Greca– che rientrano nel quadro della rigenerazione. Un processo che non significa ricostruire, ma dare nuova vita a quelle parti che hanno perso valore. È qui, in questo contesto, che la sinergia tra pubblico e privato gioca un ruolo chiave». Nel processo auspicato, quanto accaduto con il Monastero dei Benedettini «ha rappresentato un passaggio cruciale per il mondo universitario e per chi vive questo quartiere – spiega il presidente dell’associazione Officine Culturali Francesco Mannino, portando i saluti della direttrice del DISUM UniCT Maria Caterina Paino – Bisogna ripartire da questo esempio per dar vita a una metamorfosi che risponda alla sostenibilità, non solo energetica e ambientale, ma soprattutto sociale e culturale».

Andare oltre gli schemi, quindi, «abbandonando lo stereotipo del centro storico ingessato e monumentale, pensando piuttosto a un percorso evolutivo dello stesso – afferma Ignazio Lutri, componente del direttivo di IN/Arch Sicilia – il tutto attraverso un progetto organico, che consenta di non perdere il patrimonio esistente». Un modello già avanzato in modo provocatorio e avanguardistico dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Catania, attraverso un workshop del 2016, che ha interessato Antico Corso. «In quell’occasione sono stati composti 4 team di professionisti – spiega il segretario dell’Ordine Giuseppe Messina – che hanno operato su altrettanti punti strategici del quartiere. In tutti i casi è emersa la necessità di far coesistere il nuovo con l’esistente, ulteriore spunto per rivedere i dictat di alcune norme, che stabiliscono su cosa si può intervenire non tenendo conto delle qualità strutturali». «Con Paesaggi Aperti – aggiunge la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno – si riapre il dibattito su una parte del centro dal grande valore urbanistico, diventato terreno fertile di sperimentazione e ancora oggetto di trasformazione ed evoluzione della città». Incluse in questa visione sistemica anche le aree dell’ex parcheggio AMT e del Bastione degli Infetti, già individuate dall’architetto Giancarlo De Carlo, autore della rigenerazione del Monastero dei Benedettini. Come illustrato da Monica Mazzolani (MTA Associati e Giancarlo De Carlo Associati), il quartiere potrebbe rappresentare un forte polo attrattivo, soprattutto se connesso adeguatamente ai trasporti pubblici e se accompagnato dalla ristrutturazione delle aree degli ospedali e la loro apertura alla cittadinanza. Su questa strada rientrano i lavori per la costruzione del Museo dell’Etna, al posto dell’ospedale Vittorio Emanuele. Il progetto – illustrato da Giuseppe Lo Presti (Gucciardini&Magni Architetti) – si presenta come un polo culturale e al contempo aggregativo, dove verrà esaltata la storia della città, dato respiro all’Accademia delle Belle Arti e, allo stesso tempo, offerto spazio per il tempo libero.

Al termine dell’incontro, la tavola rotonda – moderata da Ignazio Lutri – ha offerto ulteriori spunti di riflessione per una futura pianificazione dell’area, che sarà nuovamente oggetto di studio nella passeggiata conoscitiva del 15 aprile e nei focus del 20 e del 27 aprile. A prendere parte al confronto conclusivo sono stati Paolo La Greca (vicesindaco e assessore all’Urbanistica di Catania), Gaetano Laudani (Genio Civile di Catania), Biagio Bisignani (direttore Direzione Urbanistica di Catania), Salvo Castro (Comitato Popolare Antico Corso), Simona Calvagna (professoressa Composizione Architettonica e Urbana UniCT), Giuseppe Messina(segretario OAPPC CT), Eleonora Bonanno (presidente FOAPPC CT), Teresa Graziano (professore Geografia Economic-Politica UniCT) e Claudia Cantale(ricercatrice dei processi culturali e comunicativi UniCT).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA