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Prof trans: Md, processo le ha dato torto, un errore

Suo mancato rispetto è anche responsabilità sistema giudiziario

Di Redazione |

ROMA, 19 GIU – Al Consiglio nazionale di Magistratura democratica, riunitosi ieri e oggi nel quartier generale dell’Arci di via Dei Monti di Pietralata a Roma, è stato letto un documento in ricordo di Cloe Bianco, approvato all’unanimità dal parlamentino Md. “Non ci lascia indifferenti non solo come cittadini e cittadine, ma prima come magistrati di questa Repubblica cui spetta di rimuovere di fatto gli ostacoli che impediscono una vera uguaglianza. Perché la professoressa Bianco – si legge nel testo – aveva chiesto nel processo che fosse riconosciuto il suo diritto a essere quella che sentiva di essere, aveva chiesto di dichiarare che quello che lei era (una donna, non un uomo vestito da donna) non rappresentava alcuna violazione degli obblighi del suo lavoro di insegnante. Nel processo ha avuto torto. È stata una decisione sbagliata, non moralmente o eticamente non condivisibile, ma giuridicamente sbagliata. Perché i divieti di discriminazione proteggevano la diversità della professoressa Bianco e quindi impedivano che quella diversità potesse essere qualificata inadempimento disciplinarmente sanzionabile”. “L’amministrazione scolastica, i genitori, gli allievi non avevano quindi diritto di pretendere un coming out ‘corretto’ o ‘responsabile’, avevano invece l’obbligo giuridico di rispettare l’identità della professoressa Bianco. Il fatto che non sia successo è anche responsabilità del sistema giudiziario, una responsabilità che sentiamo come nostra, di ciascuno di noi”, conclude Md. “Un documento sacrosanto, che riporta le regole del diritto e il sistema valoriale che le sostiene, nella giusta dimensione della tutela dei diritti”: lo ha detto il giudice Gaetano Campo – presidente della Sezione Lavoro del Tribunale di Vicenza – presente ai lavori del parlamentino di Md.

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