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Santa Venerina “ospita”  la finalissima del Palio nazionale delle botti

Domenica 26 settembre per la prima volta in Sicilia la fase conclusiva dell'evento ideato dall'Associazione delle Città del Vino 

Di Carmen Greco |

Sarà una Città del Vino siciliana, Santa Venerina, sull'Etna, ad ospitare – domenica 26 settembre – la finalissima nazionale del “Palio Nazionale delle Botti delle Città del Vino”.  Dieci le squadre in gara, con il paese etneo qualificato di diritto alla fase conclusiva del torneo in quanto città “ospitante”. Orfana della tradizionale EnoEtna per motivi di emergenza sanitaria, Santa Venerina si prepara così a ricevere un piccolo esercito di agguerriti “spingitori” (e “spingitrici”, ci sono anche le squadre femminili), pronti a darsi battaglia sulle basole del centro storico.  Domenica  26 settembre, dalle 9, si effettueranno le qualifiche che determineranno la griglia di partenza (come in Formula Uno) con l’ufficialità dei cronometristi e chi otterrà il tempo migliore guadagnerà la pole position con le diverse “scuderie” che si sistemeranno, via via a coppia, sulle file di partenza.  La gara consiste nel far rotolare una botte da 500 litri lungo un percorso compreso tra un minimo di 1200 metri ad un massimo di 1800 metri di lunghezza, che attraversa le vie della Città del Vino. Nel caso di Santa Venerina, il percorso è un circuito di 1.400 metri che parte da piazza Roma per concludersi, in piazza Regina Elena (la piazza del Comune). La squadra maschile è formata da quattro spingitori due devono sempre mantenere la botte, gli altri sono a disposizione per avvicendarsi ma non prima di aver già percorso almeno 200 metri. Quella femminile ha “solo” due atlete, per motivi di penuria di “spingitrici”. Le città protagoniste di questa attesa finale che vale l’impegno di due stagioni difficili sono: Avio (Trento, detentrice del titolo), Bianco (Reggio Calabria), Brentino Belluno (Verona), Cavriana (Mantona), Furore (Salerno), Lamezia Terme (Catanzaro), Maggiora (Novara, nell’ultima edizione al secondo posto), Refrondolo (Treviso), Santa Venerina (Catania), Vittorio Veneto (Treviso, terza classificata nel 2019).  Inutile dire che ci sono squadre blasonate con un bagaglio di tradizione, d’esperienza e di vittorie che Santa Venerina può – al momento – solo sognare, ma Davide Patanè, Mirko Peluccio, Daniele Russo, Alfio Di Benedetto, Samuele Maugeri per la squadra maschile, Alessia Piazza e Mara Pappalardo, per quella femminile, ce la metteranno tutta per arrivare a un buon piazzamento se non altro per onorare la finale casalinga.

Le ragazze,  saranno solo due e faranno un percorso più breve, di 600 metri – perché, di fatto, le “spingitrici” sono merce rara. «Su questo punto devo rilevare che ci sono ancora dei pregiudizi – ammette il presidente della Pro Loco di Santa Venerina, Salvatore Spadaro – ed è difficilissimo trovare delle ragazze disposte a partecipare. A questo proposito lancio un appello per il prossimo anno, ai ragazzi, alle ragazze di Santa Venerina ma anche dei paesi confinanti (per regolamento possono partecipare), affinché si uniscano a questa festa popolare che avvicina le città e favorisce scambi di culture e tradizioni nel nome del vino. Più che uno sport è un divertimento, ovviamente bisogna essere in buona forma atletica. Questo tipo di manifestazioni innesca anche una relazione che può trasformarsi in scambi turistici fra le città del vino e ora che i vini dell’Etna si stanno facendo conoscere sul mercato interno ed internazionale, sarebbe giusto che una Città del vino come Santa Venerina potesse contare sull’agonismo tanti atleti, giovani e meno giovani».  Per ospitare l’atto conclusivo della competizione, Santa Venerina si è candidata due anni fa e, alla fine, ha vinto la concorrenza di Furore (Sa), mettendo sul piatto la sua posizione fra il mare e l’Etna, la capacità d’accoglienza, la facilità di collegamenti grazie all’aeroporto, tutti requisiti che il Comitato Tecnico del Palio Nazionale delle Botti ha valutato prima di scegliere la cittadina etnea.

A Santa Venerina la “festa” è stata rimodulata forzatamente per osservare le regole Covid, non ci saranno gli stand enogastronomici in piazza Roma e il pubblico dovrà essere contingentato, ma non saranno cancellati piccoli spettacoli come l’esibizione di un gruppo folcloristico, il passaggio di un carretto siciliano bardato a festa, la sfilata dei sindaci delle città del vino partecipanti. In fondo “ripartenza” è anche condividere con altre comunità le difficoltà del momento e mantenere viva una tradizione che, nel nome del vino, unisce l’Italia da Nord a Sud. Archiviata la finale, si ricomincerà – si spera – con lo stesso spirito e la stessa passione, anzi con Furore, dal momento che il borgo inerpicato fra Amalfi e Positano si è aggiudicato l’edizione 2022.

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