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Spostamenti tra Regioni, l’esperto: «Patenti anti-Covid sono improponibili»

Di Manuela Correra |

ROMA – L’eventuale richiesta di certificazioni a seguito di test per provare l’assenza di contagiosità da SarsCov2 ai fini della mobilità tra le Regioni, anche in vista degli spostamenti estivi, è «improponibile oltre che discriminatoria, e non avrebbe comunque senso dal punto di vista sanitario perchè nessun test può dare una risposta di certezza assoluta». Ne è convinto Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, in merito alle ipotesi di misure di questo tipo che alcune Regioni potrebbero valutare.

Gli ‘strumentì di certificazione ai quali il cittadino potrebbe ricorrere a fronte di una richiesta in tal senso sono essenzialmente tre: i tamponi, i test sierologici e i test rapidi, oltre ad un eventuale ricorso all’autocertificazione per dichiarare l’assenza di sintomi collegabili ad un’infezione da SarsCov2. Nessuno di tali strumenti, però, «dà una certezza al 100%». Il tampone infatti, spiega Bassetti, «può dare fino al 50% di falsi negativi. Inoltre, al momento è previsto presso le asl per soggetti che abbiano un’indicazione precisa, altrimenti il cittadino dovrebbe ricorrere al privato sostenendo un costo. In ogni caso non sarebbe dirimente: il soggetto potrebbe infatti infettarsi anche in aereo o in aeroporto e dunque un tampone fatto anche pochi giorni prima potrebbe non avere valore».

Vi è poi il test sierologico ematico: «E’ disponibile anche nei laboratori privati, con un costo di 50-70 euro, ma anche questo non credo rappresenti una soluzione. Questo test infatti – sottolinea l’esperto – ricerca anche il valore delle IGG che indicano immunità a più lungo termine e ci dicono che non si ha il virus addosso in quel momento. Tuttavia sono percentualmente pochi gli italiani che sono entrati in contatto col virus e quindi sarebbe un strumento poco efficace. Inoltre, un simile utilizzo del test significherebbe creare una discriminazione su base sierologica e ciò sarebbe inaccettabile». Quanto ai test rapidi, «alcuni sul sangue potrebbero dare delle risposte ma molti, come quelli sulla saliva, non hanno ancora avuto una validazione». Dunque, commenta Bassetti, «penso che la richiesta di certificazioni anti-Covid ai fini della mobilità infraregionale sia insostenibile, mancando i presupposti scientifici e la certezza del risultato, ma sarebbe anche discriminatoria. In questo modo si va contro la libertà personale e le norme sulla privacy e si creano solo forme di discriminazione». Molto «più senso – conclude l’infettivologo – ha invece puntare sul rispetto delle regole e delle misure di prevenzione, ovvero il corretto uso delle mascherine, l’igiene delle mani ed il distanziamento sociale che resta fondamentale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA