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Associazioni pazienti alle Istituzioni “Servono piú infermieri”

Di Redazione |

ROMA (ITALPRESS) – Sono i rappresentanti di quasi 22 milioni di malati cronici, dalle associazioni dei malati oncologici a quelle dei portatori di stomie, da chi ha bisogno di nutrizione parenterale al coordinamento nazionale famiglie con disabilitá e molte altre ancora. Chiedono al Governo in una petizione inviata all’esecutivo, al Parlamento e alle Regioni, di non essere lasciati soli sul territorio, nella loro vita di tutti i giorni e per questo hanno bisogno di piú infermieri. E specializzati. La ricetta che le sedici associazioni che hanno inviato il documento (le piú numerose rispetto alle persone che rappresentano) propongono é quella di consolidare una logica normativa e attuativa di reale multi-professionalitá e integrazione multidisciplinare oltre che una integrazione tra ospedale e territorio che favorisca davvero la continuitá delle cure per sviluppare operativamente un nuovo modello di assistenza di prossimitá e domiciliare. Prevedere quindi nelle linee di indirizzo non solo gli standard quantitativi, ma i modelli di relazione interprofessionale da attuare. Per farlo, il modello che oltre venti milioni di italiani bisognosi di assistenza e le loro famiglie propongono é semplice: dare compiutezza e sviluppo alla figura dell’infermiere di famiglia e comunitá, figura che potrebbe essere soluzione di gran parte dei problemi, ma che oggi per ragioni di formazione e numerositá (carenza) del personale, é quasi del tutto assente nelle regioni o male impiegato dove presente; ricomporre la frattura dei servizi e la mancanza di integrazione tra ospedale e territorio, compito questo che puó svolgere lo stesso infermiere, coordinando gli interventi dei vari professionisti, cosí come il PNRR descrive per le case di comunitá, gli ospedali di comunitá e le centrali operative, che senza il necessario personale rischiano rimanere caselle vuote: innovare realmente le strutture dando il giusto peso ai loro contenuti; garantire alle famiglie e ai pazienti la presenza di una figura di riferimento a livello domiciliare e in questo senso Governo al Parlamento devono mettere mano alla reale programmazione non solo sulla carta di interventi e di presenza dei professionisti sul territorio; far riconoscere e certificare le specializzazioni infermieristiche affinchê il cittadino possa usufruire e richiedere il professionista piú competente per i propri bisogni anche in relazione alla complessitá delle persone con bisogni assistenziali specifici. E ancora, definire sempre piú specificamente le attivitá dell’infermiere di famiglia/comunitá in relazione ai servizi domiciliari attivati per evitare sovrapposizioni o conflitti possibili e inefficienze nella gestione del paziente. “Ringraziamo per il chiarissimo appello le associazioni dei cittadini-pazienti che sanno di poter trovare nella nostra Federazione tutto l’appoggio necessario non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche clinico, sociale e umano – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – ci auguriamo che il Governo ascolti le richieste dei pazienti e dei cittadini. Che chiedono non solo con soluzioni nell’acuzie, ma per la vita di tutti i giorni, quella che ogni persona ha diritto a vivere”. “Le carte in tavola la FNOPI le ha messe – aggiunge Mangiacavalli – e sono quelle di un gesto di riconoscimento verso gli infermieri con l’anticipazione rispetto ai contratti dell’indennitá di specificitá infermieristica e la possibilitá di avere un numero di docenti-infermieri in grado di poter formare con qualitá e professionalitá gli infermieri di domani per far fronte all’allarmante carenza che anche le associazioni denunciamo. E nel breve periodo meno burocrazia con l’allentamento del vincolo di esclusivitá, che consenta da subito a chi é giá in servizio di andare in aiuto ai bisogni chiarissimi di questi cittadini”. Tutto questo naturalmente ha come presupposto la partecipazione collettiva delle associazioni che rappresentano queste categorie di cittadini-pazienti alla predisposizione dei nuovi modelli di assistenza di tutte le parti interessate, cittadini, pazienti, tutte le professionalitá del sociale e del sanitario, programmatori ecc. Tutto questo “per dare vita alla vita e non sopravvivenza alla vita”, scrivono a chiare lettere le Associazioni. “La nostra Federazione – conclude la presidente FNOPI – é pronta e disponibile ad accogliere la richiesta delle associazioni che da sempre ascoltiamo e supportiamo perchê i loro reali bisogni sono il nostro primo obiettivo. Ci auguriamo ora che anche le altre istituzioni e le altre componenti professionali facciano altrettanto, in un disegno costruttivo per un nuovo modello che assicuri salute e non sia il modo di primeggiare gli uni sugli altri: i cittadini prima di tutto e al centro del sistema. È questa la parola d’ordine della nuova sanitá”. (ITALPRESS). fsc/com 12-Gen-22 12:40

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