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‘Otto profughi ucraini su 10 non vedono futuro, 7 hanno ansia’

Fondazione Soleterre, comunicare con casa fa star meglio 4 su 10

Di Redazione |

ROMA, 30 MAG – Oltre 7 profughi ucraini su 10 soffrono di ansia e 8 su 10 non riescono a immaginare un futuro, secondo quanto rilevato con una propria ricerca sulla salute mentale fra le persone scappate dalla guerra in Ucraina la Fondazione Soleterre, Onlus che lavora, secondo la sua stessa definizione, “per il riconoscimento e l’applicazione del Diritto alla Salute nel suo significato più ampio”. Da una prima rilevazione effettuata da Fondazione Soleterre fra 4 marzo e il 4 maggio su 447 profughi ucraini assistiti (254 a Przemysl, in Polonia, e 193 a Leopoli, in Ucraina) – si legge in un comunicato della Onlus – emergono moderati, gravi o molto gravi livelli di ansia (73% nel campione polacco, 78% in quello di Leopoli), paura (47% in Polonia, 74% a Leopoli), preoccupazione (83%, 84%) e difficoltà a immaginare il futuro (84%, 78%). “Ciò che preoccupa di più sono le condizioni della propria famiglia (43%, in Polonia, 25% nel campione di Leopoli) e il poter comunicare con essa è risultato essere un importante fattore protettivo, che cioè fa subito stare meglio (44% nel campione polacco)”. “La guerra – scrive nel comunicato Damiano Rizzi, psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva e Presidente di Fondazione Soleterre, che ha un team di 45 psicologi nelle aree a maggiore flusso di rifugiati ucraini – non solo distrugge l’economia e lo sviluppo sociale, ma anche i legami familiari, con effetti catastrofici sul benessere mentale della popolazione civile, in particolare quella più povera, che ha meno mezzi e risorse. Stiamo parlando di un Paese, l’Ucraina, che a gennaio 2020, ben prima della pandemia e della guerra, era stato selezionato dall’Oms come Paese prioritario a cui destinare un programma quinquennale specifico per la salute mentale. I tassi di depressione risultavano già in quel periodo i più alti in Europa e i disturbi mentali la seconda causa di disabilità colpendo il 30% della popolazione. Oggi, con una guerra in corso e circa 6,5 milioni di persone fuggite dal paese e 8 milioni di sfollati interni, secondo l’Unhcr, la situazione è smisuratamente peggiorata”, si legge nella nota.

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