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Agrigento: altre accuse tramite Facebook per i fratelli La Gaipa

Di Francesco Di Mare |

AGRIGENTO – Il “caso La Gaipa” è caldissimo. Che ci siano sviluppi nelle indagini sulle presunte estorsioni consumate dai fratelli imprenditori alberghieri Fabrizio e Salvatore La Gaipa lo sanno un po’ tutti. Come si sa che i due si sono visti rigettare l’istanza di revoca delle misure cautelari emesse e confermate a loro carico dal Gip Stefano Zammuto. Il dato nuovo riguarda cosa ci sia dietro questi “nuovi sviluppi”. Ci sono le indagini caldissime in corso su coloro i quali attraverso Facebook hanno evidenziato soddisfazione per la disavventura giudiziaria dei La Gaipa, puntando il dito contro costoro rei, a detta di questi utenti del social network, di essersi accaparrati – ad esempio – il tfr. Gente dunque che avrebbe subito il presunto analogo trattamento denunciato da Ivan Italia e da un altro giovane dipendente dell’albergo Costazzura di San Leone, fino al giorno in cui decisero di dire tutto alla Squadra Mobile.

Al vaglio degli inquirenti ci sono i post di tre persone, che avrebbero avuto a che fare con gli imprenditori agrigentini La Gaipa, uno ai domiciliari (Fabrizio), l’altro col divieto di dimora ad Agrigento (Salvatore). E’ da ritenere certo che le tre persone che hanno commentato in maniera così dettagliata loro precedenti presunte esperienze con gli albergatori indagati siano stati sentiti o lo saranno a breve dalle forze dell’ordine e dalla Procura che sta cercando di appurare un elemento sostanziale: se le presunte estorsioni siano state consumate a danno solo dei due denuncianti della prima ora, o se altri dipendenti dell’hotel sanleonino siano nelle stesse condizioni, senza però avere mai denunciato alle autorità competenti.

Intanto a giorni il collegio difensivo dei La Gaipa, composto dagli avvocati Galluzzo e Petix formalizzeranno istanza di revoca della misura cautelare dinanzi al Tribunale del Riesame. Con sullo sfondo le antenne ben dritte da parte degli inquirenti su quell’accendino poggiato sul cofano dell’auto di Italia, rinvenuto nei giorni scorsi dopo “l’esplosione” del caso. Indagini sono in corso per accertare se si sia trattata di una banale dimenticanza di qualche fumatore distratto, o se si sia trattato di un chiaro avvertimento rivolto a chi ha denunciato quanto avrebbe subito dai propri datori di lavoro, insieme a un altro collega più giovane. I due sono assistiti dagli avvocati Emanuele Dalli Cardillo e Salvatore Maurizio Buggea.

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