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“Belluscone. Una storia siciliana” viaggio nella roccaforte del Cavaliere

“Belluscone. Una storia siciliana” viaggio nella roccaforte del Cavaliere

Alla Mostra di Venezia il film di Franco Maresco rapporto tra l’Isola e il leader politico

Di Francesco Gallo |

VENEZIA – L’effetto è sconvolgente. Nessuno può immaginare esista una realtà come quella raccontata da Franco Maresco in Belluscone Una storia siciliana, che passa alla Mostra del cinema di Venezia a Orizzonti, ovvero che ci sia un impresario palermitano come Ciccio Mira, fan di Berlusconi, che raccoglie cantanti neomelodici altrettanti fan del Cavaliere. E questo nel ventre grasso di quella Sicilia da sempre roccaforte della destra. Nel cast anche il critico Tatti Sanguineti, che è una sorta di Virgilio alla ricerca delle sorti del film: «È la storia di un cineasta rimasto solo e malato – spiega – che sogna di dare il colpo di grazia a Berlusconi e si attarda in questo viaggio investigativo con alcuni cantanti neomelodici, pallidi imitatori di Eros Ramazzotti che sognano di conoscere Berlusconi, di essere autori di jingles per Forza Italia». Spazio anche alle testimonianze inedite dei grandi accusatori e dei fedelissimi del leader, da Antonio Ingroia, Gioacchino Genchi e Peter Gomez fino a Marcello Dell’Utri e Gianfranco Miccichè. Interviste, ovviamente nello stile dissacratorio di Maresco.   Ma questo film, che viene da un disagio lontano e da mille difficoltà produttive, come sottolineano le note di regia, ha il sapore plumbeo del fallimento, «quello politico e umano di un Berlusconi ormai avviato sul viale del tramonto, quello dello sfortunato e “facilone” Ciccio Mira radicato in una vecchia cultura dura a morire e, infine, quello artistico del regista, che sceglie di eclissarsi, dopo aver capito l’inutilità dell’ennesima battaglia contro i mulini a vento della politica, in un’Italia che nella “cultura” berlusconiana si è a lungo riconosciuta e probabilmente continua a riconoscersi». Tra gli intervistati: Giuseppe Ciuro (ex maresciallo Dia), Marcello Dell’Utri, Francesco Di Carlo (collaboratore di giustizia), Antonino Gatto (procuratore generale a Palermo), Peter Gomez, Edoardo Governale e Natale Picano (ex giocatori della Bacigalupo, squadra di calcio fondata da dell’Utri nel 1957), Carmine Mancuso (ispettore capo Polizia di Stato), Gianfranco Miccichè (fondatore Forza del Sud ed ex coordinatore di Forza Italia in Sicilia), Leoluca Orlando (sindaco di Palermo), Ferruccio Pinotti (giornalista del Corriere della Sera e autore del libro L’unto del Signore), Gioacchino Scaduto (presidente dei giudici per le indagini preliminari), Vittorio Sgarbi (ex Sindaco di Salemi), Francesco Viviano (giornalista di Repubblica).   «Nel film – spiega ancora Tatti Sanguineti – c’è la straordinaria figura di questo agente di cantanti, Ciccio Mira, un vero mattatore e una specie di cavallo di Troia per entrare nel quartiere Brancaccio di Palermo dove votano al 99% per cento per il Cavaliere». Ha detto, infine, del film lo stesso Maresco: «Noi non dobbiamo chiederci cosa ha fatto Berlusconi per la Sicilia, ma cosa sarebbe Berlusconi senza questa terra. E la risposta è niente».

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