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Il ciclista aggredito sul Lungomare «Ancora in bici al ritmo di musica»

Il ciclista aggredito sul Lungomare «Ancora in bici al ritmo di musica»

Raffaele Lo Savio, dimesso dal Garibaldi con una prognosi di 10 giorni, racconta la violenta aggressione subita dai paninari di via del Rotolo: «La ferita più profonda è quella che resta nel cuore»

Di Cesare La Marca |

CATANIA – La sua “bici dance” è distrutta, in pezzi con manubrio ruote e casse hi fi tra gli scogli del lungomare avvelenato dalle polemiche per la chiusura al traffico, ma “Raffa dj biker” – come è conosciuto tra il popolo dei ciclisti – sta meglio. Per lui la prognosi dei medici del vecchio Garibaldi – dove è stato trasportato domenica sera dopo l’aggressione subita in piazza Nettuno, e dove ha trascorso la notte – è di otto dieci giorni. Ieri mattina è stato congedato dai sanitari, con una medicazione al fianco per un colpo di sedia affibbiatogli nel parapiglia, qualche ecchimosi sul volto e una leggera commozione cerebrale. «Ma la ferita più profonda dopo quello che è successo – dice – è quella che resta nel cuore». Davanti all’ingresso dell’ufficio di Polizia giudiziaria dei Vigili urbani, dove Raffaele Lo Savio ieri mattina è stato chiamato a deporre, papà Emilio lo aspetta nervosamente. Lui è il nostro “uomo della pioggia”, esperto di previsioni meteo sempre assillato dai giornalisti che gli chiedono se e quanto pioverà, o se farà bel tempo, quasi infallibile per quanto possibile, impegnato nel volontariato e nella protezione civile. Da lui questo ragazzone di 24 anni a cui piace armeggiare con l’elettronica, tanto da essere l’ideatore e realizzatore della sua “bici discoteca” artigianale, ha preso anche la passione della Protezione civile, che lo ha portato spesso, tra una pedalata e l’altra a suon di rock e dance, a mettersi a disposizione, al PalaSpedini, dopo gli sbarchi degli immigrati in città. Raffaele sorride, nonostante tutto, e ricorda l’aggressione e il rocambolesco salvataggio, il provvidenziale passaggio da piazza Nettuno del bus navetta dove è stato quasi “scaraventato” perché si evitasse il peggio, da quello stesso vigile urbano che in qualche occasione gli aveva “tirato le orecchie” per il volume della sua bici discoteca, mentre volavano pugni e schiaffi e lui stava per avere la peggio.   «La paura c’è stata – dice Raffaele – ma per fortuna riprenderò presto ad andare in bicicletta. Sono stato aggredito dapprima solo verbalmente con spintoni da alcuni manifestanti, che dopo mi hanno chiesto scusa riconoscendo di aver interpretato male il mio passaggio». Raffaele non voleva provocare, la musica nella bici è parte del suo modo di stare con gli altri, anche se il volume può essere a volte un po’ alto, ma per questo si può discutere, certo non picchiare. «Sembrava tutto risolto, ma quando sono ripassato da piazza Nettuno un gruppo di una quindicina di paninari è venuto verso di me da via del Rotolo, e lì è cominciato il pestaggio, per fortuna un paio di vigili sono riusciti ad aiutarmi a salire su un bus navetta, a sua volta preso a pugni dai miei aggressori che mi minacciavano mentre ripartiva». Così, ferito e dolorante Raffaele ha fatto questo irreale “viaggio” su un bus fino a piazza Europa, da dove è stato trasportato in ambulanza al vecchio Garibaldi, strano epilogo di un pomeriggio che doveva essere di allegria e svago, ma non in questa disperata Catania.   Raffaele, adesso, pensa già alla sua terza “bici musicale”. «La prima è andata distrutta in un incidente – dice – mi piace mettere musica che dà lo spirito del pedalare insieme, dance o rock, per tutti i gusti. Sono io stesso che assemblo i pezzi, non esistono in commercio bici con questo tipo di apparecchiature, infatti era una mia progettazione artigianale. Servirà una nuova bicicletta, un supporto di legno su cui mettere la batteria, e poi la cassa con gli altoparlanti e l’amplificatore, in pratica è lo stesso sistema dell’impianto stereo delle auto». Per la passeggiata di novembre Raffaele conta di esserci, ma anche prima, con la sua musica rock e dance, ed è anche disposto ad abbassare un po’ il volume, se è la sua “bici discoteca” uno dei problemi di Catania.

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