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Ponte di Cassibile, «non si abbatte perché opera di epoca fascista»

Ponte di Cassibile, «non si abbatte perché opera di epoca fascista»

L’anas aveva già finanziato e appaltato l’opera di demolizione e costruzione. Poi lo “stop” dalla sovrintendenza e i ritardi per il nuovo progetto. Ma la gente chiede un ritorno alla normale viabilità

Di Francesco Midolo |

AVOLA – «Il Ponte di Cassibile non è paragonabile al Colosseo o alla Cattedrale di Noto ma con riferimento al periodo in cui è stato costruito non possiamo non dire che è un bene identitario. E’ un esempio di ingegneria tipica dell’era del fascismo». Con questa parole interviene l’architetto Aldo Spataro, dirigente dell’unità operativa dei beni architettonici della Sovrintendenza di Siracusa per chiarire, finalmente, le motivazioni per cui non si è deciso di demolire il ponte ma di consolidarlo, preservandone l’identità storica ai posteri. Che c’era qualcosa da preservare lo si era capito già ad ottobre, quando la Sovrintendenza stoppò i lavori di demolizione e ricostruzione del ponte che erano già stati finanziati dall’Anas.   «Non vogliamo passare – dice Spataro – per quelli che fermano le opere, ma lo sbaglio non è nostro. E’ stata frettolosa l’impostazione della vicenda da parte dell’Anas stessa che prima ha fatto la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori e poi si è accorta che prima di mettere le mani su di un bene pubblico “vecchio” di 70 anni doveva ricevere il nostro parere». La legge infatti prevede che per i beni e le opere pubbliche che alla data oggetto degli interventi abbiamo compiuto il 70esimo anno di vita, si debba prima verificare il loro interesse culturale e paesaggistico. «Non è una nostra scelta – dice Spataro – bensì ci siamo limitati ad applicare la normativa in materia».   Viene davvero difficile capire l’interesse culturale di un ponte di calcestruzzo e ferro ai non addetti ai lavori, ma l’architetto responsabile del procedimento prova a spiegare anche questo. «La struttura – dice Spataro – ha un lieve accenno al tondo, alla leggerezza delle linee curve che fanno chiaro riferimento all’epoca delle costruzioni del trentennio fascista. Inoltre di ponti disegnati nello stesso modo c’è ne sono parecchi in Sicilia e in Italia. Il più vicino è quello che attraversa il fiume Manghisi, mentre un altro simile si trova ad Augusta».   Un opera che nonostante la sua riscoperta “importanza storica” non è stata oggetto di manutenzione ordinaria o straordinaria prima della decisione dell’Anas di metterci mano. La ringhiera rigorosamente in ferro è arrugginita e piegata in più punti. I pilastri affondano per 11 metri nelle acque del fiume Cassibile da più di 70 anni. L’insegna marmorea recante la firma dell’autore, la data di costruzione del ponte e i livelli di allerta per l’innalzamento dell’acqua è spaccata in più parti è ormai quasi illeggibile. Il cemento ha lasciato spazio al ferro che mostra la debolezza di una struttura che esibisce le sue “interiora” come fossero nervi scoperti. Se questo è davvero un bene d’interesse storico allora è stato trascurato per molto, parecchio tempo.   L’attenzione sullo stato di salute del ponte era già stata segnalata 15 anni fa. «Già nel 2000 – dice Calogero Rizzuto, Sovrintendente di Siracusa – c’era pronto un progetto di consolidamento della struttura. Noi oggi non abbiamo fatto altro che attestare ancora una volta l’interesse culturale del ponte. Abbiamo comunicato al ministero dei Beni Culturali l’esito positivo della nostra indagine manifestando anche il fatto che in quell’area vige un livello 3 riguardante il vincolo paesaggistico. Subirà un intervento di riqualificazione e consolidamento e tornerà a svolgere la funzione che per anni ha svolto. La tipologia del ponte è quella e rimarrà quella. Tutto questo quando gli uffici dell’Anas si decideranno a presentarci il nuovo progetto, cosa che ad oggi non è stata ancora fatta».   Dal punto di vista tecnico il Sovrintendente non vuole esporsi in valutazioni che non rientrano nel suo campo. Uno studio del Genio Civile ha evidenziato che l’area è soggetta a forti fenomeni di mareggiate e ingrossamento delle acque del fiume che potrebbero arrecare maggior danno ad una struttura che versa ancora in situazioni precarie. Il ponte è stato infatti chiuso per rischio cedimento. «Sarà – dice il Sovrintendente – il progetto fatto dagli ingegneri dell’Anas a far coincidere l’efficienza strutturale e la preservazione del bene. Ripeto, su quel ponte sono sempre passate delle macchine e dei mezzi pesanti e così sarà alla fine dei lavori». Sembra scongiurato quindi, il pericolo che una ristrutturazione “declassi” il ponte al solo transito di autovetture e motocicli, impedendo ai mezzi pesanti degli agricoltori di ottenere quello che ormai da 4 mesi chiedono: un ritorno alla normale viabilità fra Avola e Cassibile.

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