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Sergio Mattarella eletto al Quirinale

Sergio Mattarella eletto al Quirinale E’ il primo siciliano alla Presidenza

Succede a Giorgio Napolitano, è il dodicesimo Capo dello Stato

Di Chiara Scalise |

A soli otto voti dal quorum dei 2/3 della maggioranza dei 1009 grandi elettori. Sergio Mattarella diventa Capo dello Stato alla quarta votazione con 665 sì, superando di gran lunga i 505 voti necessari per conquistare la maggioranza assoluta. Sulla carta i voti sono superiori alle attese, anche contando il sostegno di Area Popolare, e sono dovuti a una quarantina di ‘franchi sostenitori’ (così come vengono chiamati in Transatlantico alla Camera) di Forza Italia, e che, secondo molti, fanno riferimento perlopiù all’area di Raffaele Fitto. Un risultato che va oltre le attese: stando ai calcoli informali che si sono susseguiti per tutta la mattinata, le preferenze viaggiano intorno a quota 600. L’ordine di scuderia in casa degli azzurri è votare scheda bianca ma alla fine, su 148 grandi elettori azzurri (143 di Fi, più cinque del gruppo di Gal) solo 105 sembra si siano attenuti alla disciplina di partito. E c’è chi sospetta però che qualche scheda bianca provenga anche dalle fila del Pd e da Ncd, facendo dunque aumentare il numero di quanti nel partito del Cav avrebbero votato a favore del nuovo presidente della Repubblica. Ufficialmente comunque il Pd tiene senza alcuna sbavatura: sempre sulla carta sono 444 i voti favorevoli (415 fra deputati e senatori e 31 delegati regionali) e proprio per poter mostrare una prova di lealtà, nonché sfruttare un’occasione per contarsi, c’è chi all’interno del gruppo ha deciso infatti di segnare le schede: tra questi, ad esempio, i Giovani Turchi – secondo quanto viene riferito – che sulla scheda hanno scritto ‘Mattarella S’, incassando 66 voti. Schede riconoscibili anche quelle dei renziani, che hanno optato per il più semplice Mattarella e per i 33 grandi elettori di Sel che – sempre secondo quanto viene raccontato – avrebbero scritto On. Sergio Mattarella. Il nuovo Capo dello Stato ha poi potuto contare su 32 esponenti di Scelta civica, 13 del gruppo per l’Italia centro–democratico, a cui si aggiungono i 34 voti che arrivano dalle autonomie e da parlamentari appartenenti al gruppo Misto e 4 dei Popolari per l’Italia. Un esercito che stamattina è stato rafforzato dalle truppe di Ap (Ncd–Udc), che salvo qualche voto in dissenso ha schierato – dopo giornate convulse – i 75 Grandi elettori a favore di Sergio Mattarella. E a cui si sono aggiunti sei voti che arrivano dalla pattuglia degli ex grillini. Per il resto gli ex M5S hanno insistito nel votare Rodotà (17 voti), mentre i grillini doc hanno continuato a puntare su Ferdinando Imposimato (127 voti) e Fratelli d’Italia con la Lega su Vittorio Feltri che ha totalizzato 46 voti. LA BIOGRAFIA DEL PRESIDENTE. Mattarella è nato a Palermo il 23 luglio 1941 e dal 2011 è giudice della corte costituzionale. Il padre Bernardo è stato uno dei fondatori della Democrazia cristiana in Sicilia, mentre il fratello Piersanti, da presidente della Regione il 6 gennaio 1980 fu ucciso in un agguato di cosa nostra. Nel 1983 Sergio Mattarella, avvocato e docente di diritto parlamentare all’università di Palermo, viene eletto deputato con la Dc. Negli anni Ottanta è anche ministro dei rapporti con il parlamento nei governi di De Mita e Goria. È stato ministro dell’istruzione durante il sesto governo Andreotti, ma nel 1990 insieme ad altri quattro ministri si dimise dall’incarico per protestare contro l’approvazione della legge Mammì, che favorisce le reti televisive della Fininvest. Quando il governo Andreotti chiede la fiducia, Mattarella dichiara: “Naturalmente voteremo la fiducia, ma questo non significa che non abbiamo fatto bene a dimetterci dal governo”. È stato anche il relatore della legge Mattarella, poi chiamata “Mattarellum”, che nel 1993 riforma il sistema elettorale introducendo il sistema maggioritario. Il Mattarellum viene sostituito nel 2005 dalla legge Calderoli, nota come “Porcellum”. Tra il 1992 e il 1994 Mattarella è stato anche direttore del quotidiano Il Popolo. Dopo lo scioglimento della Democrazia cristiana è uno dei promotori del Partito popolare italiano. Nel 1996, anno della vittoria elettorale dell’Ulivo guidato da Romano Prodi, è nominato capogruppo dei popolari alla Camera. Finito il governo Prodi ricopre l’incarico di vicepresidente del consiglio nel nuovo governo D’Alema. Nel successivo governo D’Alema è nominato ministro della difesa. Nel 2001 è eletto deputato nelle liste della Margherita e in seguito riconfermato per la lista dell’Ulivo con un incarico che ha ricoperto fino al 2008. Il 5 ottobre 2011 il parlamento lo elegge giudice della corte costituzionale.

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