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Dopo l’ennesima strage di migrantiora tanti rivogliono Mare Nostrum

Dopo l’ennesima strage di migranti ora tanti rivogliono Mare Nostrum

Il sindaco di Lampedusa: «Forse è vero che aveva fatto aumentare gli arrivi, ma almeno arrivavano vivi». Appelli per ripristinare l’operazione umanitaria di Amnesty, Unchr, Pd, Cgil, Migrantes, Acli

Di Redazione |

LAMPEDUSA – L’ennesima strage di immigrati nel mare di Lampedusa, 330 disperati morti di freddo o annegati nel mare in tempesta mentre tentavano di raggiungere le coste italiane, riaccende il dibattito su cosa fare pre affrontare l’emergenza immigrazione. I clandestini morti ieri sono stati messi su un barcone da trafficanti di esserei umani senza scrupoli che non ci sono curati delle condizioni del mare e del freddo gelido previsto in questi giorni Sicilia. Ma è presumibile che fra pochi giorni, quando le il tempo tornerà bello, comincerà l’assalto alle coste siciliane e – si è visto – l’operazione europea Triton non potrà mai avere l’impatto dell’operazione italiana Mare Nostrum che – nel bene o nel male – è riuscita a salvare migliaia di vite umane. Il rischio di rivedere quindi un Mediettraneo pieno di croci si fa sempre più concreto. Ed è per questo che fra ieri e oggi si sono moltiplicati gli appelli per la ripresa dell’operazione umanitaria delle autorità italiane.  

Secondo il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini «i morti per assideramento sono sulla coscienza di tutti quelli che dicevano che l’operazione Mare nostrum ha fatto aumentare gli arrivi». «Forse è vero – ha aggiunto – ma almeno arrivavano vivi. Ora, invece, arrivano morti. E Triton, che dovrebbe sostituire Mare nostrum, non è un’operazione umanitaria ma solo di salvaguardia delle frontiere. Non serve a nulla: né a salvare la gente e nemmeno a dare l’allarme. L’Sos l’hanno mandato quei poveri migranti». «Il governo – ha concluso – deve fare la voce grossa per riprendere un’operazione umanitaria».  

Sulle stessa lunghezza d’onda della Nicolini anche le eurodeputate del Pd Patrizia Toia, Cécile Kyenge, Elly Schlein e Silvia Costa che per contestano anche il presunto effetto pull-out di Mare Nostrum ipotizzato sia dalle autorità di Frontex che dal Viminale. E snocciolano i numeri: dall’inizio del 2015 sono 3815 i migranti sbarcati sulle coste italiane, il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. «Abbiamo denunciato sin dall’inizio l’inadeguatezza dell’operazione Triton – dicono in una nota – che non ha mezzi sufficienti, né un chiaro mandato di Search&Rescue, e che può spingersi solo fino a 30 miglia dalle acque territoriali italiane, contro le 172 di Mare Nostrum. Quel che è successo ieri ne è una tragica prova». Ma – concludono – «come l’Ue, anche l’Italia, tuttavia, non può sfuggire alle proprie responsabilità. Fermare Mare Nostrum è stato un errore, un errore che miete vite umane».  

Amnesty International Italia sottolinea ancora una volta la necessità che l’Unione europea dia priorità al salvataggio di vite umane in mare e apra rotte legali e sicure d’approdo in Europa per coloro che fuggono dalla guerra e dalla persecuzione. «Anche in pieno inverno continuiamo a contare i morti in mare. Le condizioni atmosferiche e la pericolosità del viaggio non fermano chi cerca disperatamente di lasciarsi alle spalle la guerra, la persecuzione e la miseria» afferma Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, secondo il quale «l’operazione europea Triton, che ha preso il posto di Mare nostrum ha già tragicamente mostrato tutta la sua inadeguatezza».

Per Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, «ripristinare Mare Nostrum, creare corridoi umanitari, rivedere il regolamento di Dublino e definire un Piano nazionale per l’accoglienza». Appelli per la ripresa dell’operazione umanitaria che anche tante polemiche ha creato (non solo per i suoi costi elevatissimi) sono arrivati anche dalle Acli, dalla Croce Rossa Italiana, da Famiglia Cristiana, dalla Comunità Sant’Egidio, dal movimento Diritti Civili, dal Consiglio Italiano per i Rifugiati.  

Le speranze di tutti questi appelli sono state però smorzate dal sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, secondo il quale «il controllo della frontiera marittima nel Mediterraneo deve restare europeo e non tornare ad essere nazionale. E L’operazione Triton può e deve eventualmente essere migliorata, ma non si può pensare di tornare a Mare Nostrum».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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