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Catania, una notte sulle “volanti”nelle piazze di spaccio della città

Catania, una notte sulle “volanti” nelle piazze di spaccio della città

A bordo dell’auto della polizia tra San Giovanni Galermo, San Cristoforo, Angeli Custodi, San Berillo e piazza Bellini: controlli, posti di blocco ma anche fuggi fuggi generale GUARDA LE FOTO

Di Concetto Mannisi |

Catania notturna vista dall’interno di una «volante» della polizia. Da Trappeto nord a San Cristoforo, dagli Angeli Custodi a piazza Currò, passando per San Berillo e per piazza Vincenzo Bellini. La prospettiva, incredibile a dirsi, cambia. E non soltanto per qualche corsia preferenziale imboccata con disinvoltura da chi sta alla guida, ma anche perché il tragitto dell’auto è talvolta determinato dalle indicazioni della centrale operativa del 113. Neanche tante, in verità, se si considera che siamo appena all’inizio della settimana e che il vero caos si registra sempre durante il weekend: la serata fila via liscia come l’olio.  

VIA CAPO PASSERO

Si comincia da San Giovanni Galermo e Trappeto nord, dove il Reparto prevenzione crimine, affiancato proprio dalle «volanti» dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, dalle unità cinofile e dai vigili urbani ha allestito alcuni posti di controllo. Il più imponente è quello che viene approntato proprio in via Galermo, nello slargo di fronte la sede della Municipalità, quasi all’imbocco di via Ustica. La “volante”, però, arriva da via San Zenone, ovvero una strada stretta e tortuosa che collega la via Carrubbella con la via Capo Passero: l’obiettivo sono gli spacciatori di droga, a loro volta organizzati con il famoso sistema di vedette e ricetrasmittenti con cui viene segnalato ogni possibile movimento delle forze dell’ordine. «Leo, Leo, Leo, Leo… », non appena l’auto della polizia sta per arrivare sull’obiettivo scatta l’allarme radio, per altro intercettato, da parte dei “guarda strade”. «Leo, Leo, Leo, Leo ai paletti… », dice uno, segnalando l’arrivo della “volante” da via San Zenone; «Leo, Leo, Leo, Leo al parco giochi… », si inserisce un altro, riferendo del contemporaneo ingresso da via Galermo di altri equipaggi. In breve il serpentone di via Capo Passero si spopola, anche se dietro decine di finestre si vedono le teste dei curiosi che scrutano la strada e i movimenti della polizia. Curiosi o…?  

Di clienti ne arrivano diversi e qualcuno viene fermato: «Stavo andando a prendere l’autostrada e mi sono perso». Credibile? Neanche un poco. Dai baracchini dei pusher, che sanno di essere ascoltati, qualcuno prova a gettare l’esca: «Non si ni vanu… A mari semu…. Stasira chiuru e mi ni vaju a dommiri». Non è vero, perché la vendita continua e quando arriva il “cliente con la jeep nera” si trova il compromesso per realizzare la vendita. Diverso il discorso con un giovane dell’hinterland, poi fermato e controllato dalla polizia: «Per quelli della provincia stasera fumo non ce n’è», gli viene detto. Nessuno rischia per una sola stecca. Il Reparto prevenzione crimine, i cinofili e i vigili urbani restano in zona. Le «volanti», dopo un controllo in una via Ustica desolata, vanno via.  

VIA STELLA POLARE

Qui non c’è bisogno di baracchini: le vedette girano in scooter e collaborano con i “guardia strade”. Non appena arriva la “volante; da lontano si nota un fuggi fuggi generale e la “piazza” si riscopre pulita all’improvviso. Il funzionario decide di controllare un’agenzia di scommesse piena zeppa di minorenni: vengono tutti mandati a casa su due piedi con ramanzina per il titolare («ma c’è Juve-Roma in tv», si lamentano…), in più uno di loro rischia il sequestro dello scooter. «Abito qui vicino, in via Genovese», è la scusa del ragazzo. «Torna a casa a piedi e lo scooter se lo viene a riprendere la persona a cui è intestato», è la risposta del poliziotto che lascia le chiavi in custodia al titolare dell’agenzia.  

VIA ALOGNA

Il fuggi fuggi si ripete poco distante non appena qualcuno scruta il lampeggiante: sulla strada restano una sedia pieghevole e due bottiglie di birra. Uno dei “guardia strade” non ha pudori: «Stasera non abbiamo fatto niente, c’è poco movimento…. I pusher? Sono andati via da un po’ per questo…. Ho gli occhi gonfi? No, non ho fumato canne, mi sono alzato da poco». Per la serie: la bugia è il mio mestiere.  

‘U LOCU

Proseguendo il “droga tour” si finisce in un’altra piazza storica dello spaccio, segnalata da una rudimentale indicazione: “Entrata locu”. Qui la “vedetta” sembra essere una sessantenne che passeggia per la via Scaldara e che alla vista della polizia comincia a “sdilliriare”: qualche scampanellata al citofono di chissà chi, un’altra in una casa non molto distante. Le urla della donna prive di significato non cessano un solo istante e in breve la zona diventa deserta. Anche gli anfratti in cui viene solitamente nascosto lo stupefacente restano vuoti. Dopo alcuni controlli si va via.  

SAN BERILLO

Qui niente droga, ma qualche “lucciola” alla quale viene raccomandato di non “esibire” troppo lì in strada e diversi trans. In via Pistone due coppie di giovani a bordo di una «Bmw» si fermano a discutere con uno dei “personaggi” storici della zona che, a dispetto di un’età non più verde, esercita ancora: alla vista della polizia preferiscono allontanarsi. Il trans racconta alcune vecchie storie sui suoi clienti, poi si passa ai saluti.  

PIAZZA VINCENZO BELLINI

Non c’è il gran pienone, ma non si può certo dire che i locali siano vuoti. Anche in questo caso i migranti che spacciano nelle parti meno visibili della piazza si allontanano di gran carriera, quelli che restano sono “puliti”. Ci si ferma a parlare con loro e il funzionario raccomanda: «Niente spaccio né furti di telefonini». I ragazzi – senegalesi, maliani e gambiani – ribattono: «Non ne abbiamo bisogno. Stiamo allo Sprar e ci danno 90 euro». «Al giorno? ». «Sì, al giorno?! – ribatte il più furbo del gruppo – Al mese! Bello sarebbe stato». «Comunque – si inserisce un altro – alcuni di noi lavorano anche alla fiera con dei parenti. Che vendiamo? Abbigliamento per donna… ». Sarà vero?  

PIAZZA CURRO’

L’ostello è stracolmo, come ogni lunedì. Un drappello di spacciatori è riconosciuto da chi sta sulla “volante”: «No, noi l’erba ce la fumiamo – sorride uno di loro, che fra l’altro ha una certa confidenza con gli interlocutori – Oramai abbiamo deciso di filare dritto». Cosa facciano lì a quell’angolo, allora, è un mistero. Ma magari è proprio da quell’angolo che si può riscontrare la prospettiva della loro Catania notturna. E chissà che, fumo a parte, non sia quella giusta….COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA