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L’Etna fa paura, batosta per Catania Turisti vanno via e piovono disdette

Di Carmen Greco |

CATANIA – Nemmeno il tempo di gioire per un pienone di capodanno “benedetto” anche dalle condizioni meteo, che il terremoto di Natale ha trasformato tutto in cocente delusione. Fioccano in queste ore le disdette delle prenotazioni da parte di chi aveva deciso di trascorrere l’ultimo dell’anno sull’Etna. La conferma arriva dalla viva voce dei responsabili del settore ricettivo costretti a precisare sui siti aziendali e sulle pagine Facebook che le loro strutture sono «regolarmente aperte» e che la situazione è serena. Ma sui registri delle presenze non è così. «Stiamo cercando di reggere il colpo – ammette Lorenza Ciurca, sales manager del Gran hotel Villa Itria, che si trova a Viagrande, nel bel mezzo dello sciame sismico -. Purtroppo, già all’indomani del terremoto abbiamo avuto tante defezioni: chi c’era è partito in anticipo e chi doveva arrivare ha disdetto, diciamo che abbiamo perso un 20% di prenotazioni e questo anche a causa del clima allarmistico che si è creato. Dire che la protezione civile si sta attrezzando per affrontare un’eventuale emergenza, non equivale a dire che l’emergenza si verificherà. Eppure a causa anche di alcuni titoli di stampa esagerati, qui si rischia di compromettere un momento importante per la vita di un’azienda, un momento ad alta redditività con tariffe interessanti».

«Il punto è che la gente non ha idea del territorio dell’Etna – dice Mavie Fesco, vicepresidente nazionale di Federalberghi giovani la cui famiglia gestisce l’hotel Biancaneve a Nicolosi -. È difficile far capire agli avventori che l’Etna è grande, che ci sono diversi versanti. Chi non è del luogo non riesce a comprendere le distanze, per loro è tutto “Etna”, facciamo una grande fatica a spiegare che parliamo di zone diverse, per questo ci siamo sentiti in dovere di specificare sulla nostra pagina facebook che non ci sono problemi, che non abbiamo avuto danni e che abbiamo mantenuto tutti gli eventi previsti non solo per capodanno ma fino al 6 gennaio».

«Anche noi stiamo cercando di far fronte all’allarmismo – conferma Federica Eccel del resort Zash – avvertendo sulla nostra pagina Facebook che il nostro boutique hotel è regolarmente aperto e che la città di Catania, l’aeroporto, le vie per raggiungere l’hotel e la zona circostante l’hotel sono pienamente accessibili. Anche la nostra guida effettua regolarmente le escursioni sull’Etna, escursioni che, del resto, la stessa protezione civile non ha vietato».

Una strada, quella delle rassicurazioni via social, intrapresa da molti albergatori non solo attorno al Vulcano ma anche a Catania città, anche loro tempestati di telefonate, se non di annullamenti, di “temporeggiamenti” da parte di ospiti indecisi. La pioggia di rinunce è caduta pure sul versante nord (Linguaglossa, Castiglione, Randazzo) e defezioni sono state registrate anche nei ristoranti per il cenone di Capodanno. «Anch’io ho ricevuto diverse telefonate di persone che avevano prenotato ed hanno disdetto. Da un certo punto di vista è comprensibile – dice Giovanni Trimboli, presidente provinciale dei ristoratori Fipe-Confcommercio – anche perché la notizia ha avuto ampia eco sui giornali nazionali. Chi vive a Fleri e Zafferana da sempre è abituato alla terra che balla, ma chi viene da fuori si preoccupa».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA