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Catania e i turisti: ok alla ristorazione, bocciati servizi e i trasporti

Di Pinella Leocata |

Franz Cannizzo, esperto di turismo, da molti anni non si stanca di ripetere che il turismo è un processo economico complesso che risponde a tre variabili: la presenza sul territorio di beni archeologici, artistici e architettonici; l’offerta di eventi e di iniziative che consentano ai turisti di impiegare al meglio le proprie giornate; e i servizi, ovvero ricettività, ristorazione e trasferimenti. Ed è quest’ultima la variabile più problematica. “Siamo ricchi di beni culturali, gli eventi non mancano anche se si potrebbe fare di più e meglio, ma i servizi sono drammaticamente carenti soprattutto per quanto riguarda il trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Va meglio, invece, sul fronte della ricettività, un servizio di base senza il quale non ci sono turisti, ma solo escursionisti che fanno un giro di poche ore e poi vanno altrove”.

Per capire come siano cambiate le cose su questo fronte basti pensare che alla fine degli anni ‘80 e all’inizio dei ‘90 a Catania e provincia c’erano soltanto 80 alberghi, mentre ora ci sono migliaia di B&B, case vacanze e affittacamere, il mondo extralberghiero che l’associazione AbbEtnea-Confcommercio è stata una delle prime in Italia a rappresentare e a promuovere. “Se negli ultimi anni il turismo nel nostro territorio è cresciuto in maniera esponenziale si deve anche a questo – spiega Franz Cannizzo, che di AbbEtnea è presidente onorario e fondatore -. Un’opportunità che va sviluppata formando persone competenti, capaci di guidare questi processi, e attraverso una maggiore incisività del ruolo pubblico che dovrebbe avere un approccio strategico al settore turistico”.

Un’analisi confermata anche da quanto i turisti in vacanza a Catania segnalano, e lamentano, agli operatori del settore extralberghiero. A mancare è innanzitutto una buona informazione. Vorrebbero trovare con facilità mappe per orientarsi e altre che suggeriscano percorsi tematici, e ancora piccole guide ai musei. E vorrebbero trovare facilmente gli orari dei pullman e dei treni per le altre destinazioni turistiche, anche perché le informazioni dei siti on line spesso non sono aggiornate. Insomma, vorrebbero essere guidati alla scoperta della città. E basterebbe poco per farlo, dicono gli operatori di settore. Bisognerebbe realizzare tanti piccoli banchetti informativi nei luoghi strategici della città, a partire dal centro storico: piazza Duomo, ingresso di Villa Pacini, piazza Stesicoro, via Umberto. Il Comune non ha soldi, ma queste iniziative potrebbero essere sponsorizzate da aziende di prodotti tipici che ne trarrebbero un vantaggio promozionale.

Anche per la festa di Sant’Agata i turisti chiedono mappe del percorso (che dovrebbero indicare anche possibili vie di fuga, a garanzia della sicurezza) e depliant sulle iniziative ad essa collegate. Materiale da distribuire negli infopoint, ma anche negli alberghi e nei B&B. E chiedono che i passaggi tradizionali, come la salita di Sangiuliano, non siano cancellati. L’hanno vista su You Tube e si aspettano di fare questa esperienza. E su questo fronte tra gli operatori del settore c’è chi, come Giuseppe Toscano, pensa che la festa vada regolata a partire dal riconoscimento dei devoti attraverso un tesserino specifico per ogni attività, per chi porta il fercolo, per chi tira i cordoni, per i membri delle associazioni agatine. Un presupposto per responsabilizzare, ed eventualmente sanzionare, i partecipanti.

Altro punto dolente è quello dei trasporti pubblici. Catania è l’unica città al mondo in cui la metropolitana di domenica è chiusa. E i turisti se ne stupiscono e lamentano, così come dell’orario troppo anticipato della chiusura serale, tanto più per una città che vive di notte con la sua movida in centro. Non solo. Vorrebbero potere andare al lungomare senza essere obbligati ad essere “ingabbiati” in un pullman turistico e vorrebbero poter raggiungere facilmente le altre mete vicine, Taormina, Siracusa e soprattutto l’Etna, per la quale oggi c’è solo un bus di mattina presto e uno nel primo pomeriggio. E anche in questo caso, poca informazione e niente servizi.

“Il Comune – suggerisce Giuseppe Toscano – potrebbe prevedere degli autobus dedicati per queste mete. Non solo. Potrebbe predisporre anche un servizio di piccoli bus elettrici che portino al lungomare prevedendo una tratta da piazza Duomo alle Ciminiere – perché i turisti possano visitarne i musei e magari altre mostre, comprese quelle di artigianato locale – e una tratta che dalle Ciminiere porti ad Ognina e ad Acicastello. In ognuna di queste tappe dovrebbero esserci banchetti informativi e persone che raccontino i nostri miti, a partire da quello dei Ciclopi e di Ulisse, che secondo la mitologia si rifugiò proprio nelle grotte di Ognina. Racconti che nessuno fa e che i turisti cercano e amano. Per non parlare del fascino e della bellezza del castello normanno sul mare di Aci”.

E se i turisti si dicono contenti della ristorazione e dell’accoglienza dei catanesi, di una cosa si stupiscono: che nessuno conosca l’inglese e, soprattutto, che non ci siano indicazioni in altre lingue straniere nelle strade, davanti ai palazzi storici e ai monumenti. Che molti di questi poi siano chiusi e inaccessibili, a partire dall’anfiteatro romano, per loro è del tutto incomprensibile. E non solo per loro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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