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Movida violenta, chiamate al 112 da giovane stuprata a Catania oggetto di verifiche

Di Vittorio Romano |

Catania – Quello tenuto ieri mattina in Prefettura, ci tiene a precisare il prefetto di Catania Claudio Sammartino, era un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica «già programmato, che attiene alla rivisitazione e rimodulazione del piano di controllo coordinato del territorio e che stabilisce priorità, strategie e obiettivi per la sicurezza dei cittadini e dell’intero territorio catanese». Un Comitato che però, com’era normale, ha affrontato l’emergenza in una città che nel giro di due giorni ha ricevuto due schiaffi dolorosissimi: la violenza di gruppo nei confronti di una ragazza americana a opera di tre giovani catanesi e l’accoltellamento a scopo di rapina di un giovane turista polacco da parte di due stranieri bianchi al momento ricercati.

Il vostro, signor prefetto, è un lavoro che va avanti da qualche mese, con grande attenzione al centro cittadino ma anche alle periferie.

«Certo, e infatti alla riunione erano presenti i vertici delle forze dell’ordine, la Capitaneria di porto, l’Amministrazione comunale con l’assessore al ramo Alessandro Porto e il comandante della polizia municipale Stefano Sorbino, il responsabile dell’operazione “Strade sicure” dell’Esercito, il procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro e il capo Centro Dia Renato Panvino, per il contributo di analisi nell’individuazione delle priorità e degli obiettivi strategici da perseguire. Perché quando si individuano e si rimodulano le priorità e le strategie, il contributo di tutti è fondamentale».

Quali decisioni avete preso?

«Da subito, intensificazione della vigilanza, del controllo e dell’attenzione sul centro storico. Secondo, portare a termine quest’opera di rivisitazione, in termini operativi, delle pattuglie sul territorio, dei luoghi da privilegiare, delle iniziative da intraprendere. Questo piano di controllo coordinato del territorio lo perfezioneremo nelle prossime settimane. Seguiranno anche dei tavoli tecnici in questura per rimodulare tecnicamente le misure di controllo».

Avete parlato anche della necessità di avere subito un impianto di videosorveglianza in centro storico?

«Certo, ne abbiamo discusso con l’Amministrazione comunale che s’è impegnata ad approfondire il tema, così come abbiamo discusso della necessità di sistemare tutta l’illuminazione stradale, di intensificare i controlli sulla viabilità e sulla correttezza di guida. Ogni forma di illegalità e abusivismo dev’essere prevenuta e contrastata. Incontrerò presto anche le associazioni di categoria, soprattutto quelle del centro storico, e le associazioni dei cittadini, perché anche loro possono dare un contributo. Tutti devono sentirsi partecipi della sicurezza a Catania».

Anche le associazioni delle forze dell’ordine in congedo?

«Sicuramente. A loro, polizia, carabinieri e guardia di finanza, chiederò di dare un contributo, soprattutto nelle vicinanze delle scuole».

Prefetto Sammartino, ci sono cose che, nonostante gli sforzi di tutti, è difficile prevenire. Per esempio la violenza sessuale nei confronti della ragazza americana, il cui approccio avviene in un pub della movida catanese e poi prosegue come tutti sappiamo.

«Stiamo lavorando anche su questo. In particolare sui meccanismi di allarme e di allertamento perché, come sapete, la Prefettura di Catania è coordinatrice per il 112, numero unico per le emergenze. E qualche misura da mettere in campo c’è, d’intesa col ministero dell’Interno naturalmente».

A proposito di 112, la ragazza violentata ha fatto diversi tentativi di chiamata ma senza aver mai potuto parlare con l’operatore che le rispondeva…

«Ed è proprio questo che stiamo verificando – ci interrompe il prefetto – e su cui stiamo lavorando» (le telefonate fatte dalla ragazza al 112 pare siano sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati della Procura della Repubblica etnea che indagano sullo stupro di gruppo, ndr.).

Tutto quello che ci siamo appena detti si potrà fare a Catania con gli attuali organici delle forze dell’ordine?

«Non penso che il problema sia quello di avere altri uomini a disposizione. La formula vincente è fare rete, fare sistema tra tutti gli operatori della sicurezza. Si può fare sempre meglio e di più, sicuramente. Ma la formula vincente, ribadisco, è questa, collaborazione e cooperazione, che sono un grande moltiplicatore».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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