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Tecnis in agonia, Regione e Rfi corrono al capezzale

Di Lillo Miceli |

L’obiettivo è quello di dare liquidità alla Tecnis che con il Comune di Palermo, grazie all’intervento di Pistorio, ha convenuto che le aree dei cantieri saranno concesse con l’avanzamento dei lavori. Peraltro con la delibera del Cipe pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dello Stato, lo scorso 14 aprile, sono stati stanziati ulteriori 100 milioni di euro per il completamento dell’anello, da Piazza Politeama alla Stazione Lolli fino alla “Notarbartolo”.

È stato ufficialmente preso l’impegno che entro la fine dell’anno saranno completati i lavori per il raddoppio del binario dalla stazione Notarbartolo all’aeroporto di Punta Raisi. Quindi, la Sis, potrà dedicarsi al completamento del raddoppio del binario dalla Stazione Notarbartolo alla Stazione Centrale, perché la Regione ha provveduto a dare la valutazione d’impatto ambientale per l’abbattimento di alcuni edifici in vicolo Bernava dove i lavori per la realizzazione della seconda galleria, sono rimasti bloccati a causa di una falda imbrifera.

La Sis potrà così riassorbire parte delle maestranze che completeranno il collegamento con Punta Raisi. Connettere gli aeroporti siciliani con le linee ferrate fa parte della strategia messa in campo da Pistorio. Una convenzione, appena firmata, tra comune di Catania, Rfi, Regione e Sac, sono stati destina 15 milioni all’ampliamento della stazione di Fontanarossa sulla quale confluirà anche la linea che proverrà da Piazza Stesicoro, già finanziata con 580 milioni di fondi Ue. Questa stazione, che dista circa 800 metri dall’aeroporto, sarà collegata con navette che avranno la frequenza di una ogni 5 minuti. Con la Palermo-Trapani. via Milo, per la quale sono disponibili 104 milioni di euro, ma con convogli alimentati a diesel, la Regione chiederà a Rfi l’elettrificazione. Da Trapani, navette collegheranno l’aeroporto di Birgi in pochi minuti. Entro la fine dell’anno, inoltre, sarà completata la variante di Lercara (350 milioni) che consentirà di ridurre di 20 minuti il tempo di percorrenza della tratta Palermo-Agrigento, che attualmente è di 2 ore e 11 minuti. Questo snodo favorirà anche la velocizzazione della Palermo-Catania. Il prossimo 26 maggio, Rfi presenterà i progetti per la velocizzazione della Palermo-Catania-Messina. Parte di questo tracciato è già a doppio binario, altri cantieri non sono ancora stati avviati, come l’Ogliastrillo-Castelbuono. Un progetto per cui il comune di Cefalù aveva chiesto una variante (una galleria sotto la montagna di Sant’Ambrogio piuttosto che un viadotto). Ma per le regole europee, sarebbe un nuovo progetto e ci sarebbe il rischio di vanificare 400 milioni di finanziamento. La decisione sarà comunicata il 16 maggio.

Da Catania verso Palermo, è prossimo alla gara di appalto il tratto da Bicocca a Catenanuova per un importo di 250 milioni: Sonno disponibili complessivamente 415 milioni che rimodulati consentiranno di attivare la tratta Raddusa-Dittaino ad un solo binario veloce, entro il 2024, consentendo il transito di 80 treni al giorno (percorrenza 1 ora e 45 minuti); il secondo binario dovrebbe essere pronto nel 2030, consentendo il transito di 200 treni al giorno. Entro l’anno sarà completato il raddoppio del binario dalla Stazione centrale di Catania ad Ognina. Doppio binario che arriverà fino a Fiumefreddo. Da Fiumefreddo a Giampilieri, Rfi investirà circa 880 milioni.

«La “cura del ferro” promossa dal ministro Delrio – ha concluso Pistorio – è quella giusta per connettere la Sicilia, ma senza il ponte sullo Stretto di Messina e, dunque, senza la connessione con il resto del Paese e dell’Europa sarebbe una cura dimezzata. Non si può dire che il ponte debba essere realizzato con fondi privati, mentre lo Stato ha speso 10 miliardi per il Mose di Venezia: Costi esorbitanti per la linea veloce Torino-Lione, la Napoli-Bari, attraversando gli Appennini. Sono bombe ideologiche che ancora qualcuno scaglia sulla Sicilia, senza comprendere la portata di quest’opera. Per l’Italia e l’Europa».

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