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Coronavirus, i dubbi dei Servizi australiani sull’origine nei laboratori cinesi

Di Redazione |

SYDNEY – Agenzie di intelligence australiane mettono in dubbio le asserzioni della Casa Bianca e di funzionari Usa, che collegano il coronavirus a un laboratorio di virologia di Wuhan. Lo riferisce il Sydney Morning Herald, citando «alti esponenti dei servizi australiani» secondo cui un documento di ricerca condiviso in ambienti dell’alleanza di intelligence Five Eyes tra Usa, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Canada, era in massima parte basato su notizie di stampa e non conteneva alcun materiale da indagini di intelligence.

Un “dossier” di 15 pagine è stato ampiamente citato dai media locali e internazionali – tra cui il Daily Telegraph di Sydney del gruppo Murdoch – sul presunto insabbiamento delle origini del virus da parte di Pechino. Tuttavia l’Herald, quotidiano rivale del Telegraph, riferisce che funzionari dell’intelligence australiana hanno da allora identificato un rapporto di ricerca, basato su materiale di “fonte aperta” cioè di dominio pubblico, il cui contenuto coincide con il documento citato da funzionari Usa.

Diverse fonti di intelligence di alto livello che hanno parlato all’Herald hanno confermato che l’Australia non ha ancora ricevuto alcuna evidenza che suggerisca fortemente che l’Istituto di Virologia di Wuhan sia stato la fonte dell’epidemia. Le agenzie di intelligence non hanno potuto escludere un ruolo del laboratorio, ma ritengono che la causa più probabile del virus sia il mercato di Wuhan. Anche il primo ministro australiano Scott Morrison ha detto che il governo non ha forti evidenze che leghino il laboratorio di Wuhan al virus.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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