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Trecastagni, si teme focolaio nella Rsa: attesa per i tamponi

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Spiegamento di forze sanitarie ieri mattine alla Rsa «Korus» di Trecastagni per effettuare uno screening a tappeto su ospiti ed operatori. Rsa e case riposo si confermano territorio prediletto del Covid-19 dopo l’allentamento della pressione sugli ospedali che si stanno svuotando di malati ed hanno anche le rianimazioni semivuote. L’ operazione sanitaria di tamponi sugli ospiti e su infermieri e assistenti della Residenza sanitaria assistita è partita con immediatezza dopo che la notte precedente un paziente, giunto in ospedale per altre patologie, è risultato positivo al virus.

Da quello che emerge il soggetto, un ottantenne, la notte a cavallo tra sabato e domenica è è stato trasportato al pronto soccorso del Policlinico per una precedente patologia per la quale – sembra – in precedenza a questo episodio era già stato ricoverato in un altro ospedale cittadino. Poi alle sue dimissioni e con un tampone negativo l’uomo è stato trasferito e ricoverato alla Korus per la riabilitazione. Il tampone negativo aveva consentito il suo accesso nella struttura che ospita un centinaio di persone. Due notti fa per un malore che nulla avrebbe a che vedere con il coronavirus l’ottantenne è finito nuovamente in ospedale, ma al pronto soccorso, come ormai da protocollo, visto che proveniva da una Rsa, hanno fatto un tampone che, con somma sorpresa, è risultato positivo perché l’uomo sarebbe asintomatico. A questo punto all’alba è scattato l’allarme e i medici del Ps hanno fatto le segnalazioni.

Ieri mattina l’Asp, con una tempestività che in altri frangenti purtroppo non c’è stata, ha provveduto ad avviare lo screening nella Rsa che è stata posta in quarantena. Sul posto si sono recati il commissario ad Acta dell’Asp per la prevenzione Covid, dott. Pino Liberti, il dott. Angelo Giustolisi responsabile Uo Igiene pubblica e la dott. Marinella Ienna, responsabile della Uoc monitoraggio e controllo Adi, cure palliative, Rsa e lungodegenza, che hanno avviato subito lo screening col supporto dei medici delle Usca operativi sul territorio. Subito dopo l’operazione è partita una richiesta immediata di lavorazione dei tamponi con la garanzia che i risultati arriveranno entro oggi. Ovviamente scotta ancora il caso della casa di riposo di Caltagirone, sulla quale è stata aperta una indagine della procura calatina per capire se ci sono responsabilità sugli 11 ospiti deceduti e tre morti sospette.

Si è sempre detto che sul caso calatino hanno inciso i ritardi nei tamponi e poi nella loro lavorazione, con i risultati che sono giunti a Caltagirone all’incirca 15 giorni dopo il primo allarme. Alla fine nella casa di riposo i positivi sono risultati 41.

Il paziente della Korus è stato ricoverato alle Malattie infettive del San Marco senza – è bene ribadirlo – alcun sintomo della malattia, quindi asintomatico, la categoria di soggetti positivi più pericolosa. L’assenza di sintomi del soggetto, correlata agli ultimi casi di ricoveri di pazienti anche anziani con sintomi lievi e non più gravi, fa propendere anche i responsabili e i medici del pronto soccorso del Policlinico verso una diminuzione della virulenza del virus così come in passato non sospetto è stato confermato dal primario di Malattie infettive del Cannizzaro, dott. Carmelo Iacobello. Adesso una conferma a livello internazionale di un virus ormai “alla porta” arriva anche dal virologo italiano Guido Silvestri della University di Atlanta, una eminente personalità nel panorama internazionale sanitario.

Era da quasi due settimane che al Policlinico non si registrava un caso positivo e lo stesso si registra negli altri ospedali. Al Cannizzaro, addirittura, da giorni non c’è un solo intubato Covid in rianimazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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