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Lo “spionaggio” di Montante con la complicità di tre poliziotti: arrestati a Palermo

Di Redazione |

CALTANISETTA – Erano in servizio a Palermo i tre poliziotti, due in servizio e uno poi andato in pensione, messi agli arresti domiciliari dal Gip di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta “Double face” in cui è coinvolto l’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante, attualmente presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e presidente di Retimpresa Servizi di Confindustria Nazionale. Secondo le indagini della squadra mobile della questura nissena, facevano parte di una “rete di informatori” di Montante al quale avrebbero passato anche dati riservati a cui potevano avere accesso. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Amedeo Bertone, dall’aggiunto Gabriele Paci e dai sostituti Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione, accesso abusivo a sistema informatico, e corruzione.

Nel corso di una perquisizione nella villa di Montante, i poliziotti della mobile nissena avrebbero scoperto un vero e proprio archivio colmo di dossier su magistrati e politici. Una sorta di centrale operativa di una vera e propria organizzazione di spionaggio non solo industriale. Un archivio, sia cartaceo che elettronico, su cui conservava tutto, dai telegrammi, alle email, sms, i regali fatti, contributi concessi, fotografie con ministri, politici, capi della polizia.

L’archivio segreto era diviso in cartelle di colore diverso e cd-rom custoditi in un vero proprio bunker allestito dietro una parete segreta della sua stanza da letto. Nella stanza è stato trovato anche una sorta di memoriale di oltre mille pagine su cui gli inquirenti hanno indagato in questi due anni. Oggi l’arresto. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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