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Migranti, Diciotti ancora in stand by resta ferma al largo di Lampedusa

Di Redazione |

Non ha ancora trovato una soluzione la vicenda di nave Diciotti, finita al centro di un braccio di ferro Italia-Malta e da quasi quattro giorni al largo di Lampedusa con 177 migranti a bordo. Fonti governative hanno fatto filtrare la notizia che il ministro degli Esteri Enzo Moavero avrebbe iniziato ad attivarsi per chiedere un aiuto agli altri paesi europei. Ma di fatto un porto sicuro d’attracco ancora non c’è.

L’EUROPA – Il caso si inserisce nel più ampio problema immigrazione. Trovare «una soluzione europea coordinata in tema di lotta contro i trafficanti di essere umani e di accoglienza di chi ha diritto di asilo nell’Ue» è un tema che trova l’Italia “in sintonia» con Francia e Germania, ha dichiarato oggi il titolare della Farnesina. La dichiarazione di Moavero si riferisce alla telefonata di ieri tra il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel nella quale si ribadiva «la necessità di lavorare a una soluzione europea» su questo fronte.

INTERVENTI AL LARGO DI LIBIA E MALTA – Nelle ultime ore, tra l’altro, sono state condotte altre due operazioni di soccorso. La prima, in acque libiche, ha riguardato un barchino con circa 20 migranti a bordo: ad intervenire è stata una motovedetta della guardia costiera libica. La seconda in acque maltesi, sotto il coordinamento delle autorità maltesi, ha interessato un gommone in difficoltà con circa 70 persone a bordo. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tra l’altro, ha postato una foto del gommone evidenziando l’uomo posizionato vicino al motore, alla guida del mezzo, e twittando: «Scafista alla guida e motore potente, in acque maltesi. Qualcuno si degnerà di intervenire o li manderanno ancora una volta in direzione Italia?».

IL “CASO” DICIOTTI – La situazione di nave Diciotti resta intanto in stand-by, senza indicazioni da parte del Viminale su un porto d’approdo. Malta, da parte sua, ha già risposto affermando che Roma «non ha appigli legali per chiedere» un porto maltese e che «il porto più sicuro è Lampedusa». La nave della guardia costiera italiana, quindi, è da quasi quattro giorni tra Malta e Lampedusa. Dei 190 migranti soccorsi inizialmente da un barcone in avaria, 13 sono stati trasferiti al poliambulatorio di Lampedusa già nelle ore successive all’intervento perché necessitavano di cure. Tra loro alcuni bambini e una donna che avrebbe subito violenze in Libia. Tra le persone rimaste a bordo, invece, ci sarebbero al momento 11 donne e alcuni minori. Sul caso è intervenuto anche il Garante delle persone detenute e private della libertà, Mauro Palma, chiedendo informazioni urgenti e ipotizzando anche una violazione dei diritti. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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