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Pesca, l’accordo con le milizie libiche che divide la categoria a Mazara

Di Redazione |

MAZARA DEL VALLO – «Siamo preoccupati per l’accordo fra Federpesca e l’autorità della Cirenaica». Così il presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu, Nino Carlino, che manifesta tutta la sua preoccupazione in merito alla notizia di un accordo stipulato tra Federpesca e la «non riconosciuta internazionalmente autorità militare di investimenti della Cirenaica».

Sulla base di un accordo privato, di durata quinquennale, firmato il 12 marzo e reso operativo il 15 luglio scorso tra Federpesca e la Libyan Investment Authority (che fa capo al generale libico Haftar, considerato un grande nemico del capo del governo di concordia nazionale Al-Sarraj),  alcuni pescherecci di Mazara del Vallo sono autorizzati ad operare nelle acque libiche orientali dove solo pochi giorni fa l’ennesimo peschereccio è stata oggetto di raffiche di mitraglia da parte di una motovedetta libica

Si tratta del primo accordo che arriva ad una fase operativa e che dovrebbe mettere finalmente al riparo i pescherecci italiani dal rischio di operare in assenza di autorizzazione in una zona di mare particolarmente pescosa e di vitale importanza per le marinerie italiane. Ma tutto ciò ha un prezzo, secondo indiscrezioni, ogni barca di Mazara che intende pescare in quelle acque pagherà 10mila euro al mese, e un euro e mezzo ogni chilo di pesce, in cambio dell’armistizio nel Mar Mediterraneo.

Ma come detto non tutti i pescatori di Mazara vedono di buon occhio l’accordo. «Senza volere entrare nel merito di quanto riportato dalla stampa, stento a credere – dichiara Carlino – che una organizzazione così importante come Federpesca possa avere sottoscritto un accordo con una autorità internazionalmente non riconosciuta e dimenticato la competenza esclusiva della Unione Europea in materia di pesca, pena una procedura di infrazione. Ciò soprattutto senza tener conto della sicurezza e della incolumità dei marittimi e degli armatori, che a questo punto stanno rischiando sulla propria pelle pene molto severe per il loro operato».

«Per tale ragione – aggiunge il Presidente del Distretto pesca siciliano – desidero ricordare a tutti gli operatori ittici della marineria di Mazara del Vallo e non solo, che così come stabilito dal Cocist il 20 maggio scorso ma anche e soprattutto dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, ed infine anche da questo Distretto della Pesca, che la zona prospicente la Libia fino a 70 miglia nautiche dalla costa, compreso il golfo della Sirte, rappresenta un aerea ad alto rischio per tutte le navi battenti bandiera Italiana senza distinzione di tipologia».

«Pertanto – conclude Nino Carlino – consiglio vivamente di evitare di effettuare in quella zona attività di pesca ed anche soltanto di transitarvi, a causa della elevata tensione dovuta ai perduranti eventi bellici in Libia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA