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”L’omicidio del marito un gesto estremo

”L’omicidio del marito un gesto estremo Sia trasferita in una comunità protetta”

Al via l’udienza di convalida per Vincenzina Ingrassia

Di Redazione |

Si sta aprendo nel carcere di piazza Lanza a Catania l’interrogatorio di garanzia di Vincenzina Ingrassia, la 64enne che ha confessato di avere ucciso con lo stesso bastone con cui era stata picchiata il marito, Alfio Longo, 67 anni, simulando una rapina nella loro villa di Biancavilla. Il Gip Loredana Pezzino dovrà decidere se convalidare il fermo per omicidio volontario, emesso dalla Procura ed eseguito dai carabinieri, e se emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Una decisione che, anche per via delle confessione e delle risultanze investigative appare scontata. La battaglia è sulla misura cautelare. L’avvocato della donna, Luigi Cuscunà, chiederà al Gip Loredana Pezzino la detenzione cautelare in una comunità protetta o agli arresti domiciliari. È secondo il legale la richiesta “meno afflittiva e corrispondente alle esigenze giudiziarie” che per la sua assistita. Per la Procura sarà presente il sostituto Raffaella Vinciguerra. ”La signora – spiega il legale – ha confessato, e quindi non può inquinare le prove, non c’è neppure pericolo di fuga o la possibilità che possa reiterare il reato. La detenzione in carcere per noi è afflittiva e non giustificata”. L’avvocato conferma che la donna le aveva rivelato che “quando erano in Germania, negli anni Settanta, il marito l’avrebbe costretta ad abortire due volte perché non era il momento di avere figli, ma di lavorare”. Inoltre Vincenzina Ingrassia “aveva l’intenzione di divorziare dal marito, ma lui la bloccava sempre dicendole: Tu di qui non ti muovi. È una casalinga – conclude l’avvocato Cuscunà – che ha sopportato violenze e vessazioni e che è esplosa in quel gesto estremo”.

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