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“Gettonopoli”, l’inchiesta continua: Gip fissa l’udienza camerale “avvisando” i 55 indagati
È stata sciolta la riserva sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura in merito alla cosiddetta “gettonopoli” del Comune che vede coinvolte cinquantacinque persone. Si tratta di quarantuno consiglieri comunali e quattordici tra quanti ricoprendo il ruolo di segretario delle stesse riunioni, hanno partecipato alle varie sedute delle commissioni consiliari comunali finite sotto osservazione. Il giudice per le indagini preliminari (del fascicolo si occupa direttamente il presidente dei Gip Nunzio Sarpietro) ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata nei mesi scorsi dalla Procura, fissando un’udienza camerale per il prossimo 7 Ottobre. Per tutti gli indagati, il giudice ha disposto l’iscrizione a notizia di reato (l’avviso di garanzia) nei quali si ipotizza, a vario titolo, falso, truffa e peculato. Il Gip, adesso, sciolta la riserva e sentite le parti, potrà stabilire se disporre al pubblico ministero lo svolgimento di un supplemento d’indagine, archiviare il fascicolo o rinviare a giudizio tutti o una parte degli indagati.
La vicenda prese il via nel 2015 quando i 5Stelle di Catania presentarono alla stampa e alla città un voluminoso dossier sul lavoro del Consiglio e soprattutto delle commissioni consiliari, svolto nel periodo compreso tra il 2014 e il 2015.Nel documento i pentastellati puntarono l’attenzione soprattutto su quelle che sarebbero state “evidenti eccezioni” riscontrate nei verbali delle riunioni in cui, secondo i Cinquestelle, erano evidenziate anomalie specialmente per la presenza contemporanea e a più commissioni, di alcuni consiglieri «ai quali è stato riscontrato il dono dell’ubiquità o del teletrasporto istantaneo».
Secondo i Cinquestelle e la senatrice Nunzia Catalfo, che nel dicembre scorso chiese all’amministrazione Bianco «di fare chiarezza e dare risposte esaurienti ai nostri interrogativi». Venne evidenziato inoltre che «leggendo i verbali delle sedute delle commissioni ci sono presenze di consiglieri che coprono lo spazio di pochissimi minuti (anche solo cinque), sebbene la legge lo consente e non pone limiti di tempo. E’ una libera scelta del consigliere anche se forse l’opportunità suggerirebbe una permanenza un po’ più lunga». Quello che però avrebbe spinto il Meetup ad approfondire le carte sulle sedute e a gridare allo scandalo, furono le presenze simultanee, lo stesso giorno a più commissioni, di alcuni dei consiglieri coinvolti nell’inchiesta. «Probabilmente si tratterà di un errore – dissero al momento della presentazione del dossier i Pentastellati – perché è impossibile che c’è chi riesca a partecipare contemporaneamente, lo stesso giorno e la stessa ora, alle sedute di due commissioni o a spostarsi in zero minuti da una parte all’altra della città».
Non mancarono i riferimenti anche ai costi sostenuti per lo svolgimento di queste commissioni, spese che ovviamente gravano sul bilancio dell’Ente. «Ricordiamo che le commissioni gravano sulle tasche dei cittadini per più di un milione di euro e che la nostra richiesta ufficiale di una modifica del regolamento per limitare le spese, riducendo il numero delle commissioni e dei suoi componenti, è stata ignorata dall’amministrazione». E’ bene specificare inoltre che la durata minima di partecipazione a una commissione per ottenere un gettone non è indicata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA