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Nuova vita per Ylenia, incinta di tre mesi va in casa protetta

Di Alessandra Serio |

Anche perché adesso Ylenia ha una ragione in più per cercare protezione. Anche da se stessa, come spesso ha fatto pensare, vista la veemenza con la quale ha difeso Alessio Mantineo dall’accusa di aver tentato di bruciarla. Una ragione che cresce nel suo grembo, ed ha quasi tre mesi di vita, il cuoricino di un bimbo che si affaccia alla vita e che non si sa ancora di chi è figlio. Pochi dubbi, in realtà, che sia del venticinquenne in cella per tentato omicidio, visto che tutti i testimoni interrogati dalla Polizia dopo quella terribile notte hanno confermato che i due giovani erano ancora unitissimi, e che insieme alla ragazza non si erano visti altri uomini, da quando i due si frequentavano.

Adesso la Polizia sta cercando di scoprire se a scatenare la furibonda lite in seguito al quale Alessio è uscito da casa di lei, è andato a comprare un euro di benzina in un distributore poco lontano, poi è tornato per mettere in pratica il suo crudele proposito, non sia stata proprio questa circostanza. Alessio intanto è ancora dietro le sbarre del carcere messinese di Gazzi, poco lontano dall’ospedale dove la giovane è rimasta ricoverata fino a due giorni fa, poco lontano dai due quartieri periferia dove entrambi abitavano. Lei a Bordonaro, una catasta di palazzine arroccate su un costone di collina, lui a Valle degli Angeli, un reticolo di vie perpendicolari senza nomi ma contraddistinte a numeri e lettere, all’ingresso della popolosa zona sud della città.

Lui continua a professarsi innocente, e fino ad oggi il suo legale, l’avvocato Salvatore Silvestro, non ha ancora chiesto al Tribunale della Libertà di riesaminare la sua posizione. Per la Procura invece non c’è nessun dubbio che sia lui il colpevole del tentato femminicidio. Ad incastrarlo infatti non c’è solo il video che lo immortala a comprare la benzina, ma le tante testimonianze che raccontano come Ylenia abbia fatto praticamente a tutti il suo nome, tranne che agli investigatori

Circostanza confermata dalla madre della ragazzi, Anna Giorgio, che in un’intervista a Oggi racconta: «Vivo un incubo, ho paura che mia figlia possa mettersi di nuovo nei guai. E poi mi vergogno. Perché la posizione di Ylenia è un’offesa per tutte le donne che hanno subito violenza da un uomo e hanno trovato il coraggio di accusarlo. Alla vicina e a sua zia – conferma la madre – ha detto subito che era stato Alessio. E anche a me, quando sono corsa in ospedale. Quando hanno arrestato il suo ex ha perso la testa. Ylenia rifiuta la realtà e non vuol sentire ragioni, non si rende conto di essere vittima di un rapporto violento. Gli psicologi la stanno aiutando, ma ci vorrà tempo».

La speranza è proprio che Ylenia, che viveva sola da quando aveva compiuto sedici anni, che ha visto la madre, in ospedale, solo due giorni dopo il ricovero (in corsia è stata assistita da una cugina), oggi trovi davvero il sostegno che le serve, e non solo parole di un affetto mai davvero sentito.

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