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Barcellona, da un capannone odori nauseabondi, sequestrata dal Noe azienda agricola

Di Redazione |

I Carabinieri del Noe di Catania e della Compagnia di Barcellona P.G. hanno sequestrato un capannone di circa mille metri quadrati e un’ulteriore area di circa 100 metri qudri in contrada Chianti a Santa Lucia del Mela, di proprietà della società Valverde di Pace del Mela per violazione di norme del testo unico ambientale. Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Barcellona Fabio Gugliotta su richiesta avanzata dal sostituto procuratore Matteo De Micheli.

L’indagine nasce da una serie di esposti presentati presso la Stazione di Santa Lucia del Mela, con i quali venivano evidenziate le ripetute maleodoranti emissioni di odori molesti provenienti da un’area di pertinenza della società Valverde, emissioni che periodicamente si propagavano verso i centri abitati dei Comuni di Santa Lucia del Mela, Gualtieri Sicaminò e di altre zone limitrofe, creando gravi disagi per la popolazione.

I carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Barcellona hanno avviato una serie di controlli che hanno consentito di rilevare il capannone utilizzato dalla Valverde per il deposito e stoccaggio della “pollina” proveniente dall’attività dell’insediamento produttivo di Pace del Mela assolutamente inidonea a contenere le intollerabili emissioni ed esalazioni di ammoniaca che si sprigionano quotidianamente dai cumuli della sostanza in fermentazione, rendendo molto spesso invivibili le aree circostanti e scatenando le rimostranze dei cittadini colpiti.

L’attività ispettiva condotta con il supporto dei Carabinieri del Noe di Catania, estesa successivamente all’intera azienda, ha fatto anche emergere anche la presenza di un’ ulteriore area dove lo stallatico proveniente da altri allevamenti di bovini ed equini, sempre riconducibili alla società Valverde di Pace del Mela, veniva stoccato semplicemente ammassandolo sul nudo terreno, circostanza che concretizza un’altra grave particolare violazione di carattere ambientale. Il titolare dell’impresa M.P. di 65 anni è stato denunciato per la violazione delle normative ambientali e perché non aveva l’autorizzaizone necessaria per la produzione di uova qualora il numero dei capi allevati superi le 40.000 unità di produzione.

La magistratura ha affidato il terreno allo stesso titolare dell’azienda, per consentire il proseguo nell’attività produttiva svolta però imponendo precise prescrizioni operative alle quali l’azienda dovrà aderire in breve tempo per evitare, in futuro, l’ulteriore propagazione di odori molesti e di altre forme di inquinamento ambientale che potrebbero portare all’aggravamento della posizione assunta nel procedimento penale in corso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA