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Cuffaro: «Ai maiali per legge 7 metri quadri ai detenuti invece negata la dignità»

Di Giuseppe Bianca |

Palermo.  “Morte per pena” il tema della conferenza sul sovraffollamento e  la sanità in carcere che si è svolta ieri a Palermo, promossa dal parlamentare regionale Vincenzo Figuccia. All’incontro hanno preso parte i dirigenti del partito Radicale Rita Bernardini, Donatella Corleo e Sergio D’Elia e  l’ex presidente della Regione, il medico ed ex detenuto Totò Cuffaro.

Il tema resta scottante anche in considerazione del crescente numero di suicidi. I dati aggiornati al 31 ottobre, forniti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, parlano di 59.803 persone detenute in Italia, contro una capienza regolamentare di 50.616 posti.

Vincenzo Figuccia, che si è  intestato negli ultimi mesi una solida battaglia su questo argomento, ha sottolineato la drammaticità degli ultimi dati pervenuti dal dipartimento Amministrazione Penitenziaria. «Una vera e propria involuzione del nostro sistema – dice il parlamentare – che va risolta al paio con i diritti dei familiari dei detenuti, quei “detenuti virtuali” che troppo spesso vengono confinati e stipati in spazi per nulla idonei».

Non ha fatto mancare la sua opinione Totò Cuffaro: «Entrare in carcere – ha detto – ci priva non della libertà, ma delle libertà. L’Unione Europea impone che per allevare maiali sia previsto uno spazio di almeno 7 metri quadri per ogni unità e l’allevatore è tenuto a rispettare questa misura. Non vedo e non concepisco il perché non si debba fare altrettanto per l’uomo, rispettando la dignità che gli è propria». E dunque per l’ex governatore che ha scontato la pena per favoreggiamento alla mafia «non servono nuove carceri ma carceri nuove». Devono essere «carceri rispettose della dignità delle persone, più rispettose della nostra Costituzione, che prevede che scontare una pena non è un castigo ma una rieducazione. Così come la pena deve essere rieducativa non punitiva, le carceri devono essere più a contatto con il mondo esterno in maniera tale che chi vuole rieducarsi lo passa fare e serve che il detenuto venga seguito ritrovando una dimensione umana».

Per Rita Bernardini, presidente del Partito dei radicali «la ragionevole durata dei processi prevista dall’art. 111 della Costituzione e dall’art. 6 della Cedu, oggi in Italia, non è assicurata. Sentenze che arrivano a troppi anni di distanza dal reato mentre nel nostro Paese ci sono 1000 errori giudiziari all’anno».

Intervenendo Sergio D’Elia, ha ricordato il “motto paolino” di cui Pannella ha fatto tesoro e linea di condotta nella sua vita, “spes contra spem”. «È sempre attuale – dice D’Elia – perché proprio nei momenti bui della vita di un Paese e di ogni singola persona non bisogna mai abbandonarsi alla sfiducia e alla disperazione ma combattere per cambiare la realtà che ci opprime».

Durante la Conferenza, i partecipanti sono stati invitati a firmare le “Otto proposte di legge di iniziativa popolare contro il regime” su amnistia, misure di prevenzione, informazioni interdittive, scioglimento dei comuni per mafia, ergastolo ostativo, riforma della Rai, leggi elettorali e incarichi extragiudiziari dei magistrati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA