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Intesa Stato-Regione, la fine di un incubo

Intesa Stato-Regione, la fine di un incubo per la Sicilia. Via libera a spese congelate

I sindacati: «Nessuno ci ha consultato»  -  Nello Musumeci: «Crocetta bluff» - «D'Asero: accordo da rivedere»

Di Lillo Miceli |

Palermo – Il decreto legge, approvato lunedì sera dal governo nazionale, che prevede anche i 500 milioni attesi dalla Regione, è anche la fine di un incubo. Finalmente si potranno finanziare tutte quelle voci di bilancio che erano state congelate, nell’attesa che il governo nazionale rispettasse l’impegno di colmare un disavanzo di circa 1,4 miliardi di euro: 900 milioni furono inseriti nella legge di stabilità nazionale, i rimanenti 500 milioni sono stati inseriti nel decreto legge sugli enti locali, che è stato preceduto da una seduta della commissione Paritetica Stato-Regione che ha raggiunto un accordo complessivo sull’attuazione di alcune norme sui tributi previste dallo Statuto autonomistico. Il provvedimento dovrà essere trasformato in legge entro 60 giorni.

I contenuti dell’intesa sono stati illustrati, nel corso di una conferenza stampa, dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. «E’ un accordo strutturale e storico – ha sottolineato Crocetta – che rivede l’intesa del 1965 tra la Regione e lo Stato in materia di entrate, è un accordo che premia il lavoro che abbiamo fatto in questi anni». Ed ha aggiunto: «Già i precedenti governi avevano tentato di rivedere la questione delle entrate della Regione siciliana, non ultimo il governo Lombardo al quale dopo 3 anni di trattativa è stato risposto che mancavano le risorse. Non solo, ma il piano di Lombardo prevedeva un maggiore trasferimento di funzioni, non riconosceva le entrate alla Regione sulla base delle funzioni che già aveva e non si capiva come fare quadrare i bilanci».

«Nel passato – ha continuato Crocetta – c’era una Regione spendacciona. L’accordo è stato possibile perché dal 2013 i nostri bilanci sono stati rigorosi, avendo l’obiettivo di mettere a posto i conti».E come ha spiegato l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, «l’ importo dell’accordo tra Stato e Regione, è di 1 miliardo e 685 milioni l’anno. Non ci sarà alcun trasferimento di funzioni, quindi si tratta di entrate nette. Rispetto all’accordo del governo Lombardo, abbiamo raggiunto un grande passo in avanti. In quello, infatti, si prevedevano maggiori funzioni e quindi maggiori spese per la Sicilia. Inoltre, da quest’anno non avremo più un limite di spesa per il Patto di stabilità, adesso tutto è legato alle risorse in entrata e in cassa fino al pareggio di bilancio. Questo significa dare liquidità a tutti gli enti controllati, dalla Sanità ai Comuni, che così potranno pagare i fornitori». I 285 milioni che mancano all’appello, oltre il miliardo e 400 milioni già trasferiti dallo Stato, saranno compensati con l’incasso dell’Iva.

I SINDACATI: «NESSUNO CI HA CONSULTATO»

NELLO MUSUMECI: «CROCETTA BLUFF»

<p align="center"D’ASERO: «ACCORDO DA RIVEDERE»

Crocetta, anche alla luce del risultato ottenuto ed ai poco incoraggianti esiti della recente tornata amministrativa, ha lanciato «un appello alla politica siciliana e al Pd: divisi non si va da nessuna parte. Se ognuno di noi pensa a progetti individuali non ha capito la lezione della storia. Ha ragione Renzi quando dice che il voto delle amministrative ha sancito un’idea di governo. Potevamo fare di più, sicuramente potevamo fare più velocemente. Non abbiamo bisogno di divisioni ma di metodi innovativi». Quindi, «basta con le polemiche basta con le divisioni, lavoriamo tutti insieme».

 Alla domanda se intende candidarsi alle prossime regionali alla carica di governatore, Crocetta ha risposto: «Questo argomento lo affronteremo dopo, adesso dobbiamo governare. Parlare di candidatura un anno prima non è corretto nei confronti dei siciliani. Stiamo pian piano consegnando loro una Regione diversa da quella che abbiamo trovato. Alle scorse elezioni regionali, gli exit poll dicevano che avrebbero vinto i Cinquestelle, ma in Sicilia ha vinto il centrosinistra e ha risanato i bilancio. Io sono convinto che il centrodestra o i grillini non avrebbero garantito quest’azione di risanamento. L’unica cosa che si poteva fare era il risanamento. Chi dice altro o è bugiardo o demagogo. La Regione siciliana oggi è un’altra Regione rispetto a quella di 3 anni fa. Quando ho messo nel mio programma il risanamento delle casse regionali, mi ridevano dietro. I giornali titolavano con la parola default. D’ora in poi non vivremo più di bilanci fatti all’ultimo momento».

«C’è un governo regionale – ha concluso il governatore – che non fa conti falsi per spendere, ma previsioni corrette per poter organizzare la spesa. Questa è una richiesta nostra, non dello Stato. Abbiamo voluto noi il pareggio di bilancio, come si fa nelle Regioni avanzate d’Europa. La Regione mette fine a una gestione fatta finora, senza un equilibrio di bilancio. Questo non è il via libera alla spesa incontrollata e agli sprechi di sempre, ma a una politica di riqualificazione della spesa. L’effetto immediato dell’accordo col governo, è che dal 2016 i fondi delle Fsc non serviranno a coprire le spese di bilancio, ma saranno utilizzati per gli investimenti; il Fse non sarà utilizzato con artifici di bilancio per coprire spese correnti. Con la nuova programmazione dovremo dare forte impulso alla politica degli investimenti, alle Pmi e alle politiche di start up per le imprese giovanili e femminili e alle politiche di inclusione sociale, per arrivare al reddito di cittadinanza. Entro oggi chiuderemo il Patto per il Sud, per far partire mille cantieri»

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