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Simone Marulla, giovane rapper: «Ho cominciato quasi per gioco ed è diventata una cosa seria»

Di Giorgia Lodato |

È il più piccolo di cinque fratelli e mastica pane e musica fin dalla più tenera età. Ora Simone Marullo, classe 2000, è pronto per diventare uno dei protagonisti della scena musicale catanese con il progetto Kyoto e il suo primo Ep, Immaturità, disponibile dall’8 febbraio su tutte le piattaforme digitali. «Inconsciamente nel mondo della musica ci sono sempre stato – racconta Simone – perché ho la fortuna di avere dei fratelli che, musicalmente parlando, mi hanno sempre trattato bene. Già da piccolo mi facevano ascoltare la musica che ascoltavano loro, rap principalmente. Poi, durante l’adolescenza, ho ascoltato un po’ di tutto, soprattutto musica pop, e quando sono entrato alle superiori, al Lombardo Radice, mi sono circondato di amici che mi hanno fatto riscoprire questo genere, a cui mi sono riavvicinato molto».

Non solo per ascoltare. Simone ha iniziato per gioco, insieme a un compagno di classe che condivideva con lui il sogno di diventare un rapper, a scrivere alcuni testi che sottoponeva all’amico per avere un primo giudizio. «Ho scritto sempre di più, partendo da cose stupide e capendo giorno dopo giorno che questo passatempo mi piaceva e mi interessava». Ha iniziato così a scrivere sempre più di lui, della sua vita, di quello che viveva e vedeva ogni giorno. Sfornando testi soggettivi e, quindi, unici. «Ho notato che scrivere mi aiutava molto perché mettevo nero su bianco le mie sensazioni, senza nessuno che mi potesse censurare o avere qualcosa da ridire. E mi sono accorto che il risultato non era affatto male. Così ho deciso che è proprio questo che voglio fare nella vita». La musica, del resto, gioca un ruolo fondamentale nella sua vita. «Sedermi e ascoltare mezz’ora un disco mi rilassa ed è un viaggio. E vivere di musica sarebbe un sogno, la mia più grande ambizione».

Che oggi Simone cerca di raggiungere anche grazie all’appoggio del fratello Luca, che lo ha sempre sostenuto. Dalle prime strofe all’uscita ufficiale di Immaturità, primo Ep che contiene sette canzoni, tra cui Complicato e Stesso lento, che hanno anticipato la pubblicazione del disco scritto durante l’anno dell’esame di maturità. Un progetto musicale che prova a portare nuove sonorità e un nuovo focus sui testi, che non parlano di moda, droga, machismo, ma raccontano la storia di un ragazzo come tanti altri, con le sue debolezze e le sue paure, i suoi sbagli e le lezioni da imparare. Non quelle scolastiche, ma quelle della vita. «Non mi sono seduto a tavolino a scriverlo, quando mi andava di scrivere qualcosa lo facevo. Quello della maturità è stato un periodo di transizione importante. Tantissima gente, in questi anni, mi ha detto che sono immaturo e io non volevo ammetterlo. Ma rileggendo i miei testi mi sono reso conto che avevano ragione».

Se adesso Simone è cambiato, maturato, non lo sa ancora neanche lui. «Da quando ho scritto Immaturità non sto riuscendo a scrivere nuove cose, sento che sto cambiando molto. Probabilmente questo significa crescere. E più cresco e più non mi trovo, nel senso che i miei coetanei hanno interessi che non condivido. Per loro sono importanti i social, i soldi, i vestiti di marca. E non è che io non li abbia, ma di certo non è il mio primo obiettivo nella vita. Quale sia non l’ho ancora scoperto. Lavoro tutti i giorni in un’azienda alla zona industriale e piano piano sto diventando indipendente. L’Ep l’ho prodotto con i soldi che ho guadagnato ed è già un grande traguardo per me». Immaturità è un diario della sua vita. Momenti, attimi, esperienze raccontate con sonorità lo-fi e trap soul, più morbide del rap nudo e crudo e della trap come siamo abituati ad ascoltarla. «Nelle tracce parlo della mia immaturità in qualsiasi ambito della vita, che siano i rapporti con gli amici o con le ragazze, la scuola o il lavoro, la famiglia. È un viaggio all’interno della mia testa e per questo è diverso da tutto il resto. La musica ormai è prettamente di consumo, si ascolta un brano per ripostarlo sui social, senza goderne appieno e andare oltre. Dobbiamo rieducarci e riabituarci ad andare più a fondo quando si parla di musica. Non mi sento arrivato e so che la mia musica deve ancora maturare. Vediamo come va l’Ep, poi penserò al futuro». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA