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Riapertura Riserva Cavagrande, Tar condanna l’azienda Foreste

Di Francesco Midolo |

Avola (Siracusa) – Il Tar di Catania si è espresso sul ricorso presentato dal Comune per la riapertura della Riserva Orientata di Cavagrande del Cassibile, “condannando” l’Azienda Foreste Demaniali a dare una risposta certa sugli interventi e sulla tempistica entro 60 giorni dalla data di pubblicazione, ovvero il 30 dicembre 2016. Il Tribunale Amministrativo Regionale in primo luogo ha accettato i termini del ricorso portato avanti dalla giunta Cannata “essendo Ente – si legge sulla sentenza – per definizione deputato a tutelare gli interessi del territorio di pertinenza, il Comune ricorrente è titolare di un interesse qualificato e differenziato che lo legittima a chiedere l’avvio e la conclusione del procedimento finalizzato a verificare la sussistenza dei presupposti per la riapertura della riserva.

E in questa ottica, le eventuali intervenute riunioni sull’argomento non fanno venir meno l’obbligo di avviare e concludere un siffatto procedimento, che dall’istanza del Comune certamente consegue”. Poi riferendosi alla legge regionale 10/91 che sancisce l’obbligo per ogni amministrazione che porta avanti un procedimento di dare tempi certi dell’inizio e della conclusione dello stesso “ne consegue – si legge sulla sentenza – che deve accogliersi il ricorso in epigrafe, con conseguente fissazione di un termine di 60 giorni, entro il quale l’amministrazione intimata (l’Azienda Foreste Demaniali) è tenuta a concludere il procedimento de quo, al fine di verificare e dare adeguatamente conto, nell’esercizio comunque della sua discrezionalità ancorata ai parametri di legge, se sussistono i presupposti per la riapertura della riserva. Sull’istanza di accesso va invece dichiarata la cessazione della materia del contendere, come da espressa dichiarazione del Comune”. Il Tar di Catania ha condannato l’Azienda Foreste Demaniali al pagamento, in favore del ricorrente (il Comune di Avola), delle spese di giudizio, liquidate in 2 mila e 500 euro, oltre accessori, e al rimborso del contributo unificato. Soddisfatto della sentenza il sindaco Cannata.

«Siamo soddisfatti – dice il primo cittadino – per l’esito della sentenza che dimostra l’inadempienza della Regione e del suo dirigente gestore. Adesso la riapertura non può più essere rimandata e ci attendiamo risposte questa volta con provvedimenti certi e definiti. Un esito importante che dimostra anche la fondatezza delle nostre ragioni in questi due anni di battaglie contro la gestione inadeguata del dipartimento regionale». Nunzio Caruso, dirigente dell’Aziende Foreste Demaniali della provincia di Siracusa, che ha la competenza proprio sulla riserva di Cavagrande del Cassabile, non si scompone. «Ci adegueremo – dice Caruso – al dispositivo della sentenza, facendo sapere con certezza quanto tempo occorre per la messa in sicurezza del Canyon». Che potrebbe anche essere un mese o un anno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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