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Lo scontro in Tribunale tra il Calcio Catania e l’ex ad Lo Monaco

Di Giovanni Finocchiaro |

Nei confronti di Lo Monaco, come ha riportato ieri la Repubblica, il sequestro conservativo dei beni ammonta a quasi quattro milioni e mezzo di euro, la cifra che riguarda l’avvocato Reitano si aggira sul milione e mezzo. A ricostruire l’attività del club e, dunque, a quantificare le cifre sono stati i consulenti di parte per conto del Calcio Catania.

Una querelle che approda in Tribunale giusto nelle ore in cui, a metà mese, è previsto l’arrivo di Joe Tacopina per definire il closing anche sulla base della riduzione del debito, discorso avviato con l’Agenzia delle entrate e con il Comune di Mascalucia. Ma questa sembra essere solo una coincidenza temporale, tutte le attenzioni – in una domenica in cui il Catania non ha giocato perché riposava per la già datata rinuncia al campionato del Trapani – ieri si sono concentrate su un caso che ha protagonisti importanti così come sono (più) importanti le cifre che ballano e che adesso dovranno essere esaminate e discusse in Tribunale.

Bisognerà, dunque, attendere le decisioni dell’autorità giudiziaria per dirimere una matassa abbastanza ingarbugliata e sul punto si attendono le posizioni della difesa che ci sarà per conto dell’avvocato Reitano che risulta creditrice. A rappresentare legalmente il Calcio Catania sarà l’avvocato Giuseppe Augello; è stato chiesto una procedura d’urgenza e se non sorgeranno intoppi particolari, si dovrebbe arrivare a chiudere il contenzioso a fine mese. Saranno esaminate le relazioni tecniche delle parti, ma è chiaro che anche la nuova proprietà in pectore (il gruppo americano) dovrà guardare con interesse la fine di questo procedimento.

Nessuna dichiarazione ufficiale da parte del Calcio Catania, quanto a Lo Monaco, l’ex dirigente rossazzurro, ha affidato a Itasportpress una dichiarazione, puntualizzando di avere appreso di quest’azione solo dai media. Lo stesso Lo Monaco aveva già notificato al club tre decreti ingiuntivi con una richiesta che ammonta a un milione di euro.

«Mi tutelerò nelle dovute sedi e mi riservo di presentare una denuncia, con richiesta di risarcimento di svariati milioni di euro alla proprietà del Calcio Catania, per danni all’immagine professionale e patrimoniali. Questa azione potrebbe far saltare anche le trattative che ho in corso con club di Serie A». E ancora: «Durante la mia prima gestione del club, per quasi due lustri in Serie A, i bilanci del Catania si concludevano con un utile di esercizio di svariati milioni di euro e per questo venivamo elogiati dalla stampa di tutto il mondo per l’oculatezza e la virtuosità di un modello vincente. Plusvalenze record se ricordate per Martinez, Vargas e tanti altri calciatori che hanno fruttato tanti milioni e che hanno permesso poi al Catania Calcio di realizzare Torre del Grifo che vale oggi 70 milioni di euro».

Sugli ultimi tre anni di gestione: «Al mio rientro ho trovato una società tecnicamente fallita. Ho comprato un credito del Catania per 550 mila euro ma poi l’Agenzia delle Entrate erroneamente li ha dati alla Sigi. Soldi miei che invece sono stati utilizzati per l’iscrizione al campionato 2020/21 nonostante l’intimazione dei miei legali di non toccarli. Dal 2016 in poi ho ridotto la montagna di debiti con delle transazioni che hanno ridimensionato il debito passato da 14 milioni a 4,8 milioni. Io ci ho rimesso soldi per assicurare la continuità aziendale ed ho persino rinunciato a due anni di contratto. Questo ricorso che apprendo oggi, ancora tutto da verificare, portato avanti della Sigi è davvero squallido e lo ritengo persecutorio».

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