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Palermo, arrestati tre poliziotti della Polstrada “O mi paghi o facciamo controlli continui”

Di Redazione |

La Squadra mobile di Palermo ha arrestato ponendoli ai domiciliari tre poliziotti, attualmente in servizio nel Compartimento della Polizia Stradale della Sicilia Occidentale – Sezione di Palermo. Il provvedimento è stato emesso dal GIP di Palermo, Ferro, su richiesta del procuratore Aggiunto, Petralia e del sostituto procuratore, Padova. I tre sono accusati di concussione, corruzione e falso in atto pubblico. Si tratta di Nicolino Di Biagio, Giuseppe Sparacino e Francesco Paolo Minà.

L’indagine, condotta dalla Mobile di Palermo, e coordinata dalla Procura del capoluogo sociliano, ha preso le mosse da una denuncia di due imprenditori che hanno raccontato di aver ricevuto la richiesta di una tangente, durante un controllo in strada di un automezzo della loro ditta, da parte di una pattuglia della Polizia Stradale di Palermo.

Le indagini hanno consentito di raccogliere elementi di riscontro alla denuncia dei due imprenditori, nonché di altri episodi. In particolare, gli agenti, durante un controllo di routine nei confronti di un mezzo di una ditta, procedevano ad elevare un verbale di contravvenzione relativo ad una violazione del codice della strada che prevedeva il sequestro del mezzo ed una pesante sanzione amministrativa (sequestro e sanzione pecuniaria in realtà non previsti dalla legge a fronte della violazione constatata); a quel punto, avrebbero indotto i responsabili della società a versare loro una tangente in cambio dell’annullamento del predetto verbale e della sostituzione dello stesso con verbali di comodo nei quali veniva indicata una violazione diversa. In un altro episodio, emerso durante le indagini, i tre poliziotti avrebbero ricevuto utilità da parte di un utente della strada sottoposto ad un controllo di polizia, favorendolo nelle contestazioni verbalizzate, attestando nello specifico che lo stesso fosse in possesso di una particolare abilitazione alla guida, richiesta per la tipologia di merce trasportata, che in realtà non possedeva.

Tutto inizia il 17 gennaio del 2014 quando una pattuglia della stradale ferma un camion della Sikelia Costruzioni nei pressi dello svincolo di Cinisi (Pa) sull’autostrada Palermo-Mazara del Vallo. Di Biagio e Sparacino, elevarono una multa di 25 mila euro e il sequestro del mezzo. “Una multa spropositata e illegittima, dice il comandante del compartimento della Polizia Stradale Lorenzo Ragona. Una sanzione che avrebbe fatto chiudere l’azienda. I due agenti, che sceglievano con cura le vittime, avrebbero avvicinato l’autista. Bastava pagare e tutto si metteva apposto. La richiesta era di 8000 euro. I titolari della Sikelia pagarono una prima trance di 600 euro, ma poi visto l’insistenza degli agenti di altri soldi presentarono una denuncia.

A questo punto i telefoni dei tre poliziotti sono stati intercettati. Con la notifica dell’avviso di proroga delle indagini iniziano le telefonate e gli appuntamenti e i tentativi di annullare le prove. In un appuntamento al Maxi Bar in viale Regione Siciliana Sparacino diceva: «…compa… oh… vedi che, non fare questi discorsi mai nella macchina, a casa… perché vedi che io…».

Sapendo di essere intercettati i tre poliziotti avrebbero cercato le contromisure. Francesco Paolo Minà trovò nei computer il nome di chi li avrebbe denunciati. Risalirono al titolare della Sikelia. Per questo mandarono un loro collega per parlare con un imprenditore: «Forse io ho un problema serio… con un tuo paesano.. ci ha chiesto aiuto, abbiamo avuto modo di aiutarlo, e deve essere stato lui, però al momento non so niente… abbiamo commesso un abuso… per cui io posso pensare… lui ci ha fatto pagare, e poi Nicolino, il mio collega quello che… ha osato, ha osato, per questo forse, lui, si andò a rivolgere ai carabinieri alla procura».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA