Politica
Europee, Cuffaro al bivio: verso un patto elettorale con Renzi?
Il leader Dc: «Raccolta firme impossibile». L'ipotesi di un "centrino" identitario e la suggestione del "dream team" nella Lega con Lombardo e Sammartino
Anche uno abituato a tramutare i baci (ieri più di 200 alla festa di compleanno di una giovane democristiana) in voti, moltiplicandoli come se fossero pani e pesci, di fronte alla “tagliola” delle firme per le Europee deve arrendersi. «È impossibile arrivarci». Così Totò Cuffaro, proprio mentre la sua Dc fa man bassa di nuovi adepti in Sicilia (irritando gli alleati di centrodestra) e pianta bandierine nel resto d’Italia, si trova davanti a un bivio decisivo. Come affrontare le Europee, che potrebbero essere la legittimazione nazionale o il primo tonfo della sua second life politica?
Il “centrino” identitario
La prima strategia è «una lista moderata in cui il nostro simbolo sia accanto a quello di un movimento che non deve raccogliere le firme», ammette l’ex governatore a La Sicilia. Più che la rediviva Udc di Lorenzo Cesa (destinata a fare la stampella moderata della Lega, a partire dall’Isola), si sondano i “cugini” di Noi Moderati, soprattutto dopo il gelo calato fra Forza Italia e il centrino di Maurizio Lupi, Saverio Romano e Giovanni Toti. Poi un altro paio di alternative, sfruttando (purché la pronuncia dell’Ufficio elettorale centrale del 2014 non venga rimessa in discussione) l’affiliazione dei simboli al Ppe: i Popolari per l’Italia dell’ex ministro Mario Mauro e soprattutto Alternativa popolare, brand di Angelino Alfano ereditato dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, già in pista per le Europee.
No Tajani, no party: accordo con Renzi?
Ma sarebbe solo una battaglia identitaria. Se Cuffaro vuole eleggere un eurodeputato (in Sicilia), l’unico modo è mettere un candidato in una lista che può superare lo sbarramento nazionale del 4%. L’apertura di Forza Italia, lanciata da Antonio Tajani a «esterni» che condividano «i valori del Ppe», non viene considerata reale. «Non ci vogliono», taglia corto il leader dc. Così come Carlo Calenda, che ha sbarrato le porte. E il discorso con Matteo Renzi s’è chiuso? «Ancora non s’è nemmeno aperto», sussurra sornione Cuufaro. Ma resta l’ipotesi più probabile: “Il Centro” dell’ex premier, una lista con dentro anche Clemente Mastella in un accordo elettorale con la clausola che la Dc resterebbe comunque nel centrodestra.
Il “dream team” proibito con Lombardo e Sammartino
Ci sarebbe la Lega. «È complicato per noi correre nella loro lista. E se c’è pure l’Udc? Tutto è possibile, ma non mi sembra cosa». E poi col Carroccio è già federato Raffaele Lombardo. Chissà se Matteo Salvini gongolerebbe per un dream team con dentro i candidati dei due “gemelli diversi” ex dc e di Luca Sammartino. Ma fonti leghiste smentiscono che il progetto sia ancora sul tavolo.
Oppure, più probabilmente, l’ipotesi di “triangolo” diventerà una delle ragioni (l’altra potrebbe essere il nome del candidato segreto di Sammartino) della rottura di Lombardo, sempre più insofferente al patto «non concretizzato», con la Lega. Se avesse mani libere, il piano B dell’Mpa, che ha preso l’impegno di sostenere l’uscente leghista Annalisa Tardino, allora potrebbe essere un gemellaggio con FdI sostenendo magari lo stimato Ruggero Razza.
E in tutto ciò Cuffaro che farà? Quando deciderà la strategia per le Europee? «Se ne parla dopo Pasqua», sillaba con un sorriso sornione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA