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Palermo, il centrodestra trova la “quadra”: Lagalla candidato e Cascio pronto al passo indietro

L'accordo sarebbe stato trovato e la questione Musumeci rinviata al dopo voto 

Di Mario Barresi |

«A prescindere». Come nel film di Totò, soltanto che qui c’è ben poco da ridere.  Nel centrodestra siciliano dilaniato, adesso le due parole magiche sono proprio queste due. «A prescindere».  Doveva essere il passaggio chiave di un’uscita ufficiale, un ultimo accorato appello all’unità di Roberto Lagalla, atteso per tutto il pomeriggio. Ma non arrivato, oggi chissà. «A prescindere dalla ricandidatura di Nello Musumeci alle Regionali», è la versione completa del segnale in codice (un comunicato stampa, un’agenzia, un video sui social: tutto va bene) per dire che la trattativa s’è sbloccata. E che tutto il centrodestra – seppur con diverse sfumature di grigio all’interno – può andare con l’ex rettore aspirante sindaco di Palermo. In una candidatura, già consolidata, da rinfrescare con una spruzzata di «civismo» in una nuova narrazione che oscuri le furibonde liti. Magari suggellata da un convincente messaggio finale da parte di un “testimonial” nazionale. 

Tutto questo delicatissimo gioco a incastro ha un sottinteso: il doloroso passo di lato di Ciccio Cascio, il forzista già in campo con benedizione leghista. Uno spettro che sostenitori scacciano nel pomeriggio con una nota che Gianfranco Miccichè scrive (e chiede di condividere a Lega, Autonomisti e Noi con l’Italia) per «ribadire il pieno appoggio» a Cascio, mettendo in guardia dal «proliferare di notizie false su accordi al ribasso, rinunce e incontri tra leader».

Ma è una negazione che afferma. Proprio il forzista è in prima linea nel progetto. Perché con l’ex rettore candidato «di tutti» (e «a prescindere» dal Musumeci-bis) eviterebbe di andare a un “all-in” con Cascio, perdendo il quale sarebbe davvero all’angolo. Dentro e fuori il partito. Non a caso Miccichè all’Ars si lascia scappare: «Spero che troveremo una soluzione. Altrimenti è una follia. Io sono convinto che andranno al ballottaggio Cascio e Lagalla che sono accreditati al 25% ciascuno. Ma se così non fosse perdiamo Palermo. Ed è una follia». I sondaggi in mano a FdI, invece, darebbero l’ex rettore in chiaro vantaggio, ed è anche per questo che Giorgia Meloni s’è convinta a far ritirare Carolina Varchi virando sull’ex assessore dell’Udc. 

Dell’ultimo tentativo last minute – non più “la mossa del cavallo”, ormai fuori tempo dopo la scelta di campo di FdI – Miccichè ha parlato con Matteo Salvini al telefono. E il Capitano ha dato il via libera ai suoi. Confermato, fra le righe, nell’ultima apertura di ieri: «A Palermo non possono esserci due, tre, quattro candidati di centrodestra. La Lega ha fatto il suo gesto di responsabilità, ci sono ancora troppi candidati e chiedo al centrodestra di sceglierne uno». E quell’«uno», ora, potrebbe diventare Lagalla. Il segretario regionale della Lega, Nino Minardo, avrebbe sondato alcuni big di Fratelli d’Italia sul requisito dell’accordo: «Palermo e Regione sono due partite diverse, prima eleggiamo il sindaco tutti assieme e poi si parlerà del resto». Passaggio in teoria scontato, visto che Meloni a Palermo s’è già schierata. «A prescindere», suo malgrado, da Musumeci. «Noi siamo qui, se volete venite», la risposta dei patrioti. I quali, pur senza mollare sul governatore, sono rassegnati al «secondo tempo».

«A prescindere» da Regionali e Musumeci (ieri accolto da star alla convention milanese di Meloni e ringalluzzito da un sondaggio in cui polverizza gli altri rivali di centrodestra) è la formula per abbattere i muri della trattativa. Che però ha altri punti dolenti. Uno l’avrebbe esternato proprio Minardo, molto attento al bon ton, agli alleati: la Lega può appoggiare Lagalla, ma non prima che sia Cascio a tirarsi indietro. Ed è il cuore del problema. L’ex presidente dell’Ars, che negli scorsi giorni aveva lasciato un varco («certo, se me lo chiede Berlusconi…»), ha uno standing tale da non potersi permettere un ritiro incondizionato. «Ma ci stanno lavorando, il Cavaliere è in campo», confidano al comitato elettorale dell’ex rettore. L’altro ostacolo da superare è la ritrosia di Saverio Romano, già indebolito dall’addio a Toto Cordaro, logorato dalla tattica di accerchiamento di Totò Cuffaro. Il leader della Nuova Dc, dopo una finta indecisione durata fino a ieri, ha ufficializzato il sostegno a Lagalla. Un po’ più defilato Raffaele Lombardo, pur essendosi già esposto su Cascio. Ma non controlla più il suo candidato Totò Lentini. Che, al di là delle smentite dei suoi, si sarebbe «autonomamente» avvicinato a Lagalla. Il cerchio, così, si chiuderebbe. Ma davvero «a prescindere»?

Nel pomeriggio le conferme: il vertice tra gli alleati che sostengono Francesco Cascio si dovrebbe tenere fra qualche ora. Miccichè si trova a Palazzo dei Normanni e sta presiedendo i lavori dell’Assemblea siciliana, impegnata nell’esame del bilancio di previsione che dovrebbe essere approvato entro stasera. Probabile, quindi, che l’incontro si farà proprio a Palazzo tra Fi, Lega-Prima l’Italia, Ncl e gli autonomisti del Mna. A distanza di poco tempo l’uno dall’altro, Cascio e Lagalla stamani hanno lanciato appelli all’unità del centrodestra.   

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