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«Su SeeSicily gravi irregolarità», la Ue minaccia la Regione: stop alle spese, a rischio 70 milioni

Regione, gli scandali del Turismo. Bruxelles minaccia l’Italia di «gravi conseguenze finanziarie» Ora «verifiche supplementari» su rispetto delle norme sugli appalti e ammissibilità dei voucher

Di Mario Barresi |

Normunds Popens, chi è costui? Il nome, che a molti non dirà nulla, è invece conosciutissimo – e molto temuto – nei palazzi di Bruxelles. Perché si tratta del direttore generale della “Regio”, la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione europea. Adesso Popens rischia di diventare famoso – molto famoso – anche in Sicilia. Il super burocrate dell’Ue, infatti, ha scritto tre pagine che cominciano con l’oggetto in neretto: «Avvertimento di possibile interruzione dei termini di pagamento alle operazioni connesse a “SeeSicily”». Il che è già tutto un programma.

Il j’accuse

Un pesante intervento sull’uso delle risorse Fers che la Regione ha riversato sul turismo – in tutto circa 70 milioni – su cui il governo dell’Ue vuole «effettuare verifiche supplementari», in base a «informazioni» sulla «possibilità che le spese siano connesse a irregolarità con gravi conseguenze finanziarie». Si tratta, per intenderci, dello scandalo sollevato da La Sicilia lo scorso 29 marzo. Il grande bluff di “SeeSicily”, l’iniziativa dell’assessorato regionale al Turismo per il rilanciare il settore in ginocchio dopo il Covid: sui fondi destinati ai voucher per i soggiorni nell’Isola, appena l’1,16% destinato allo scopo (soltanto 17mila posti occupati in due anni), con le spese per la comunicazione rimodulate da 4,8 a 23,8 milioni dallo scorso governo siciliano. Così la misura strombazzata per ridare ossigeno alle imprese turistiche, fino a marzo scorso, ha partorito appena 875.000 euro di controvalore di posti-letto fruiti, il 13,7% dei 6,4 milioni pagati “vuoto per pieno” alle strutture ricettive, alle quali la Regione adesso chiede indietro i soldi.E ora, dopo i primi rilievi dell’audit regionale (da una verifica a campione il 25% di quelle spese risultano «irregolari»), denunciate dal gruppo del M5S all’Ars, la faccenda si complica. Perché l’utilizzo “allegro” dei fondi Ue da parte della Sicilia è finito nella Relazione annuale di controllo della Commissione. Che, nella nota di Popens, chiede conto e ragione all’Italia. Minacciando di chiudere i rubinetti sui pagamenti futuri di un programma che vale 70 milioni.

L’avviso all’ambasciata

E non è soltanto una figuraccia che riguarda il rapporto Ue-Sicilia. Il destinatario della nota è l’ambasciatore Vincenzo Celeste, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue. Ma la comunicazione è indirizzata anche ad altri vertici comunitari, all’ispettore generale capo del ministero dell’Economia, all’Agenzia per la coesione e alle Autorità di gestione, certificazione e audit della Regione Siciliana. Il punto di partenza è appunto la Rac (Relazione annuale di controllo) da cui emerge il primo dato sconfortante. Sulle operazioni di “SeeSicily” sono stati effettuati controlli a campione sul periodo contabile 2020/21: su 2.720473 euro imputati alla voce «Pernottamenti» sono state individuate «irregolarità» pari 735.089,25 euro; sulla «Promozione del programma» sarebbero illegittimamente spesi 680.118 euro su 2.813.159 verificati.

Troppe irregolarità

Rispetto al contenuto della Rac, la Commissione Ue lo scorso 4 aprile ha chiesto alle autorità italiane «informazioni supplementari sull’importo certificato per l’intero gruppo di operazioni connesse a “SeeSicily”». E dai cassetti degli uffici della Regione sono venute fuori le carte: finora il bilancio di tutte le operazioni dell’iniziativa del Turismo ammontano a 69,5 milioni di euro, rispetto ai quali «sono stati firmati contratti» per un importo di 40,5 milioni, con 36,4 milioni di spese certificate dal beneficiari e 32,6 milioni di spese certificate alla Commissione. L’Autorità di gestione è in parte già corsa ai ripari, dichiarando all’Ue di aver effettuato «rettifiche» sull’operazione “SeeSicily pernottamenti”: 757.035,72 euro per il periodo contabile 2020/21 e 908.703,75 euro per il 2021/22 e 18.618,75 per il 2022/23. Sulla voce “Promozione del programma SeeSicily”, invece, «le rettifiche ammonterebbero in totale a 720.530 euro». La Regione, dunque, ha già ammesso che circa 1,7 milioni del Turismo sono stati usati in modo scorretto.

Le verifiche supplementari

Ma alla Commissione Ue ciò non basta. Il direttore della “Regio” anticipa infatti all’ambasciatore Celeste la necessità di «verifiche supplementari». C’è poi un preciso invito alle autorità di controllo italiane, con una lista di «misure» da adottare sul caso Sicilia. Prima: bisogna «riesaminare le verifiche di gestione delle operazioni connesse a “SeeSicily” al fine di garantire che siano stati selezionati solo progetti in possesso dei requisiti di ammissibilità». In particolare il riesame dovrà «prendere in considerazione anche la questione dell’uso dei voucher per stimolare la domanda, che contravviene alle regole di ammissibilità del Fesr». La seconda misura è la «ripetizione della verifica del rispetto delle norme sugli appalti pubblici e dell’ammissibilità delle spese per le operazioni connesse a “SeeSicily”». Terzo punto: una «rettifica finanziaria», a cura delle autorità nazionali, «se è confermato il mancato rispetto delle norme, per le spese passate e per tutte le spese nuove da dichiarare». Infine il passaggio più sottile e pesante sulle «verifiche del rispetto delle norme sugli appalti per le operazioni connesse a “SeeSicily”, se è confermato il mancato rispetto delle norme». E su questa lista di “compiti a casa” per le autorità italiane la Commissione Ue vuole essere informata, soprattutto circa le misure «atte a prevenire il ripresentarsi delle carenze individuate», che comunque saranno «oggetto di verifica». In ogni caso, l’Italia dovrà confermare che, «nelle future richieste di pagamento per il programma in questione» tutte le spese dichiarate saranno «ottenute con l’impiego di un sistema di gestione e di controllo esente dalle carenze/irregolarità riscontrate».

La minaccia della commissione Ue

Sullo sfondo, in ogni caso, resta il pericolo più grave già accennato: la Commissione si riserva di «interrompere i termini di pagamento di eventuali future richieste nell’ambito del programma in questione, compreso il pagamento del saldo in seguito alla liquidazione dei conti annuali», finché tutte le questioni segnalate «non saranno risolte» e il capo della Dg “Regio” non avrà «ottenuto sufficienti garanzie riguardo alla legittimità e alle regolarità del programma in questione». Insomma, il livello d’attenzione è massimo.Fin qui il pesante documento di Bruxelles. Ma l’ennesima “sberla” sulle spese del Turismo ha anche un forte risvolto politico. Renato Schifani ha sul tavolo da mercoledì sera le tre pagine di warning della Commissione. Già al lavoro sul terzo campione di fondi di “SeeSicily” c’è l’Autorità di audi diretta da Grazia Terranova già nel mirino del gruppo di FdI all’Ars: «Chiederemo conto e ragione». Ma il punto di caduta non è tecnico-burocratico. È politico. Il governatore, diversamente dall’altro scandalo sul Turismo (l’evento a Cannes, con 3,7 milioni bloccati quest’anno dalla Regione, che però aveva già liquidato 2,2 milioni nel 2022 alla lussemburghese Absolute Blue), oggetto delle inchieste di Procura di Palermo e Corte dei conti regionale, sull’affare “SeeSicily” non s’è più di tanto sbilanciato. Ha disposto un «controllo collegiale» in giunta delle spese di promozione e comunicazione di tutti gli assessorati e sta monitorando altre spese a partire da quelle indirizzate ai grossi gruppi editoriali “pigliatutto”. Ma stavolta non ha aperto alcun contenzioso con FdI, dopo aver chiesto (e ottenuto) che l’assessore al Turismo, Francesco Scarpinato, invertisse le deleghe con l’altra meloniana dei Beni culturali, Elvira Amata. Ma sulle tante irregolarità del bonus vacanze Schifani non ha preso posizione. Anche perché il caso è stato cavalcato dai grillini. Che insistono sul refrain: «Non è più un attacco politico, né un’ossessione del M5S. A questo punto – scandisce il deputato regionale Luigi Sunseri – c’è la certificazione della Commissione sulle tante ombre e soprattutto sul disastro del sistema Musumeci-Messina nel settore turistico». Sunseri adombra «il rischio di perdere una consistente parte della più importante misura della cosiddetta “finanziaria di guerra” partorita dallo scorso governo regionale di centrodestra, con quasi 70 milioni adesso di fatto congelati in attesa dell’approfondimento».

L’incubo

Uno quadro che è chiaro pure nelle stanze di Palazzo d’Orléans. Dove, oltre all’incubo di dover coprire l’eventuale buco delle spese irregolari di “SeeSicily” (con un impegno di spesa già di circa 40 milioni), c’è anche l’imbarazzo di una pesante eredità di un metodo di gestione delle spese che l’attuale presidente non condivide. Ma soprattutto c’è un enorme nodo politico da sciogliere. Il M5S fa il proprio lavoro d’opposizione, ribadendo a Schifani l’invito «a dare un segno di discontinuità con Musumeci, togliendo l’assessorato al Turismo dalle grinfie di FdI». Il che, alla vigilia dell’annunciato “check” sulla giunta regionale, per il governatore è una fortissima tentazione. Riuscirà a resisterle?Twitter: @MarioBarresi

Il (pesante) risvolto politicoLa nota sul tavolo di Schifaniattivati altri controlli interni imbarazzo su scelte del passatoSunseri (M5S): «Ecco il disastro del sistema Musumeci-Messinasi tolga l’assessorato a Fdi»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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