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Il Cirneco dell’Etna nel patrimonio identitario della Sicilia

Il celebre cane autoctono inserito nel Registro che raccoglie le eredità immateriali dell'Isola assieme a feste patronali e altre ricorrenze tradizionali

Di Redazione |

Anche il Cirneco dell’Etna, entra a far parte del Reis, il registro che raccoglie le Eredità Immateriali della Sicilia. Come le barche trezzote o gli Archi di Pasqua di San Biagio Platani, questo cane di razza antichissima e autoctona che ha conosciuto una rinnovata diffusione grazie ad allevatori illuminati, è stato scelto per far parte di questo particolare elenco di “eccellenze” siciliane dalla Commissione di valutazione istituita dall’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, presso il Centro Regionale per il Catalogo, diretto da Laura Cappuggi. Con l’immagine simile alle raffigurazioni egizie del dio Anubi, il Cirneco si trova rappresentato in monete, sculture, pitture, mosaici e testi letterari che ne confermano la sicilianità.  Grande soddisfazione per il riconoscimento è stata espressa dal presidente della Regione, Nello Musumeci e dallo stesso Samonà.  La Commissione ha anche deciso per il riconoscimento quale patrimonio immateriale, di alcune feste e riti religiosi che sono stati iscritti nel Libro delle Celebrazioni, Feste e Pratiche Rituali. Tra queste “W lu Patri di la Pruvudienzia”, festività di S. Giuseppe che si svolge a Roccapalumba, co-mune della provincia di Palermo . La sua peculiarità è legata a S. Giuseppe "nominato" come Padre della Provvidenza. Patrimonio immateriale anche “La Scinnenza del Venerdì Santo” di Serradifalco (Caltanissetta) legata ai riti del Venerdì Santo, che presenta particolari ritualità e gestualità tipiche delle rappresentazioni della passio-ne, secondo la descrizione degli antichi Testi Sacri cristiani (Nuovo Testamento) e la “A Festa i Maju”, rito che celebra la Festa Patronale di San Sebastiano da Melilli.  Iscritte al Reis anche la “Festa in onore di S. Leonardo Abate e la “Fiera di S. Leonardo” di Mascali (Catania) e le due feste celebrate a Mazzarino (Caltanissetta), la “Festa Patronale di Maria SS.ma del Mazzaro” a Mazzarino (Caltanissetta) e la “Festa del SS. mo Crocifisso dell’Olmo – ‘U Signuri di Maju” anche questa testimoniata da una lunga tradizione trasmessa nel tempo anche da numerosi testi. Fra le tradizioni riconosciute e tutelate con l’iscrizione al Reis anche l’arte di realizzare “Tappeti di Arte effimera di fiori, sale, sabbie e altri materiali organici e naturali”, utilizzata durante varie cerimonie e manifestazioni in diversi luoghi della Sicilia.  Mentre nel Libro delle Pratiche espressive e dei repertori orali sono stati iscritti due gruppi che si fanno promotori dei canti della tradizione popolare siciliana: il “Coro Città di Trapani” e il “Val d’Akragas, Cultura Popolare di Sicilia”. Entrambi nati per ricercare, mantenere e divulgare, i canti, le danze e le musiche tradizionali-popolari della Sicilia, con particolare attenzione alla zona nord-occidentale. Il Coro di Trapani, formato da componenti accomunati dallo stesso amore per la cultura popolare siciliana, attinge alle raccolte di Salomone Marino, Pitrè, Favara, Mastrigli. Il riconoscimento è stato determinato anche per l’attività di recupero e promozione nel tempo del patrimonio etnomusicologico siciliano con particolare riferimento alla provincia di Trapani, per la riconosciuta capacità del maestro Agostino Giacomazzo di essere rimasto aderente alla peculiarità della tradizione orale trapanese.  Il Reis si compone di sei libri: 1) Celebrazioni, feste e pratiche rituali, 2) Mestieri, saperi e tecniche, 3) Dialetti, parlate e gerghi, 4) Pratiche espressive e repertori orali, 5) Tesori umani viventi, 6) Spazi simbolici. Peccato che non sia aggiornato, almeno non su internet. I “libri” sono fermi nella migliore delle ipotesi al 2016 e diverse persone riconosciute come Tesori viventi dell’umanità sono decedute.

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