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Comiso e il caso della statua rimossa, Schembari indica la soluzione

L'operatore culturale illustra la propria posizione nel giorno del compleanno di Giuseppe Micieli, l'artista che la realizzò

Di Redazione |

Una statua ammalorata e pericolante viene rimossa. Gli eredi dell’artista che la realizzò chiedono che sia restaurata e torni al suo posto. Interviene l’operatore culturale Salvatore Schembari che, con riferimento alla rimozione della statua dell’Immacolata scolpita dall’artista Giuseppe Micieli, spiega: “Tutto ciò è un oltraggio alla bellezza”.

“Bando alle ipocrisie, però – afferma Schembari in un lungo post sui social – la decisione è stata presa esclusivamente in seno alla curia, l’architetto che sta curando gli attuali lavori ha chiesto l’autorizzazione a sostituirla con un manufatto artigianale, sponsorizzato da benestanti devoti. A ciò si è aggiunta la grave disattenzione della sovrintendenza di Ragusa, disposta a fare, se non sbaglio, un passo indietro. È vero pure che il sindaco Maria Rita Schembari ha cercato di fare da “paciere”, promuovendo diverse riunioni tra le parti, prima e dopo essere stata sollecitata dalla famiglia di Micieli e da più di centinaia di artisti, insegnanti e intellettuali con la presentazione di una nostra petizione, la quale chiedeva alle autorità competenti di non procedere alla sostituzione della statua dell’insigne artista. La curia e il suo vescovo dovrebbero decidere di non perpetrare questo “delitto” d’arte! L’inganno lo si deve al fatto di non comprendere l’autorevolezza di uno scultore presente, per ben due volte, alla prestigiosa, quadriennale romana, alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso. Un’artista sicuramente sottovalutato da chi non ha avuto la sensibilità di indagare sul piano dell’estetica e delle leggi che la preservano, ovvero il diritto d’autore. Ecco, chiediamoci che cosa sarebbe accaduto, se questo infausto destino fosse toccato, per puro esempio, ad un’opera di Michelangelo? Si sbaglia chi pensa che il paragone non regga. Il paradigma della soggettività dell’arte, valido nel campo degli artigiani, non può essere applicato, né al minore Micieli, né al maggiore Buonarroti, perché su entrambi domina, la qualità oggettiva dei codici e delle poetiche dell’arte “Tout court”. Oggi nel giorno del compleanno, in ricordo del bel e buon Giuseppe Micieli, prego con fiducia chi può favorire, la seguente benedicente proposta: la nuova Immacolata sul balcone degli iblei, nel parco della Pace di Canicarao, nelle vicinanze della Pagoda, pura e svettante che protegga, la bionda Comiso, la città del grano, il giardino del Carmelo; l’Immacolata del nostro scultore, a settant’anni dal suo battesimo d’arte, invece, che ritorni, con una copia nuova di zecca, al suo posto. È lei, la madre di tutti noi, che me l’ha suggerito, non vuole fare un torto alla pia e devotissima Maria Stella Lauretta, la moglie di Giuseppe. Io ci credo in questo miracolo, crediamoci tutti”.

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