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L'INTERVISTA

I rischi di assumere farmaci di dubbia provenienza, parla l’esperto: «Nei medicinali comprati online registrati diversi casi di tossicità grave»

Intervista con Filippo Drago, professore ordinario di farmacologia dell’Università di Catania

Di Laura Distefano |

Il vaccino ancora non esiste. Ma la cura sui crimini farmaceutici è stata già adottata nel nostro Paese. E i risultati ci sono, ma non sono sufficienti. Filippo Drago, professore ordinario di farmacologia dell’Università di Catania, mette in guardia dai rischi dovuti all’assunzione di medicine acquistate sulle piattaforme web non autorizzate. L’esperto si stupisce di questa forma di reperimento fai da te considerati gli effetti, anche gravi, che si sono registrati su diversi pazienti. Nonostante gli strumenti di contrasto però questo fenomeno criminale – con la compiacenza e le omissioni di chi dovrebbe vigilare – non accenna ad arrestarsi.

Il pharma crime sta prendendo dimensioni preoccupanti. A livello istituzionale l’Italia si sta tutelando?

«L’Italia si è dotata di un sistema di controllo che consiste fondamentalmente nella tracciatura dei medicinali per avere contezza della loro provenienza e dei loro percorsi distributivi. I crimini farmaceutici, tuttavia, sono in drammatico aumento. Essi possono essere distinti in due tipologie: i furti (che spesso vengono perpetrati nella fase di trasporto dei medicinali dal sito produttivo alla sede del distributore), e la produzione di farmaci falsificati. L’Italia ha aderito all’operazione Medicrime che è il primo strumento di diritto penale internazionale specificamente concepito per obbligare gli Stati europei a sanzionare la fabbricazione di prodotti medici falsificati, la fornitura e il traffico di prodotti medici falsificati, la fabbricazione o la fornitura non autorizzata di medicinali, l’immissione sul mercato dei dispositivi medici non conformi ai requisiti di conformità e altre attività connesse, come la falsificazione di documenti. Non solo le persone fisiche, ma anche le “persone giuridiche” (imprese commerciali, associazioni e soggetti giuridici assimilati) sono responsabili degli atti penali compiuti per loro conto da chi ricopre una posizione apicale o ha omesso di vigilare».

È di pochi giorni fa la notizia di un’operazione europea che ha permesso di oscurare siti e di scoprire laboratori clandestini. Perché secondo lei si sceglie il mercato illegale?

«Il mercato illegale dei farmaci può essere assimilato a quello illegale di produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I canali distributivi sono più rapidi e l’utente può godere di vantaggi pratici (per esempio l’acquisto di farmaci attraverso siti web illegali) ed economici (prezzi più bassi di quelli dei medicinali prodotti legalmente).»

Il Covid ha portato delle conseguenze pesanti in termini di stoccaggio e reperibilità di farmaci, anche ospedalieri? Questa può essere, a suo avviso, una delle cause del dilagare del fenomeno?

«I farmaci e, soprattutto, i vaccini anti-Covid sono stati distribuiti sul territorio nazionale con un sistema centralizzato che ha escluso il ruolo dei grossisti periferici, ma anche delle gare regionali. Questo sistema, seppure dettato da necessità organizzative contingenti, ha creato in molti casi problemi di carenza per ritardi nella distribuzione, ma soprattutto di stoccaggio, cioè di accumulo di medicinali che non sono stati adeguatamente smaltiti».

A Catania in questi anni si sono registrati due furti (almeno quelli conosciuti) importanti di terapie oncologiche. Un danno economico enorme visti i costi ma soprattutto la prova che c’è un mercato nero parallelo che ha necessità di reperire questi farmaci.

«Certamente si è trattato di due fatti molto gravi riguardanti farmaci biologici ad alto costo della terapia oncologica. È immaginabile che i farmaci vengano rivenduti a strutture sanitarie private ovvero, più probabilmente, che essi vadano ad alimentare un mercato di farmaci rubati in alcuni Paesi esteri, quali la Russia e alcuni Paesi arabi».

Anabolizzanti e pillole per aumentare le prestazioni sessuali sono tra i farmaci più richiesti sottobanco, soprattutto online. Un fenomeno pericolosissimo per la salute?

«Certamente l’acquisto on-line di qualsiasi farmaco rappresenta un fatto illegale (per cui è punibile anche l’acquirente), ma soprattutto il rischio che venga assunto un medicinale non contenente il principio attivo alla dose e con le caratteristiche chimiche del prodotto originale. Il pericolo è spesso rappresentato di acquistare e assumere farmaci non indicati e quindi potenzialmente dannosi. In questi ultimi anni si sono registrati, devo ricordare, diversi casi di tossicità grave da medicinali acquistati on-line. Questo è ancora più incomprensibile in un Paese come l’Italia che dispone del maggior numero di farmaci gratuiti in Europa.

Cosa si rischia ad acquistare farmaci non regolamentati e soprattutto senza un consulto specialistico?

Come già detto, il rischio è quello di un evento tossico anche molto grave dovuto all’assunzione di sostanze non controllate, a dosi differenti da quelle approvate dall’Autorità Sanitaria, per usi non medici.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA