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Il caso

Glifosato in agricoltura: quattro Paesi dicono sì (ma in Italia resta vietato)

Ma la valutazione finale dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea dei chimici (Echa) arriverà solo nel 2022 

Di Redazione |

Non è cancerogeno, non è mutageno, né tossico per la riproduzione. Sono le conclusioni del primo rapporto sulla sicurezza di uno degli erbicidi più discussi e più diffusi in campo agricolo, il glifosato. Conclusioni stilate dalle autorità di Francia, Olanda, Svezia e Ungheria, nell’ambito del rinnovo dell’autorizzazione Ue, che si concluderà con la valutazione finale dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea dei chimici (Echa).   

Nel frattempo, però, in Italia resta il divieto di farne uso, sia nelle aree frequentate dalla popolazione, sia in agricoltura. Date le polemiche degli anni scorsi, il rapporto è stato preparato dalle autorità di quattro paesi (Francia, Olanda, Svezia e Ungheria) invece che di uno solo come da prassi Ue. Il documento indica che il glifosato ha i requisiti per essere ri-autorizzato in Europa, ma raccomanda ulteriori analisi del suo impatto sulla biodiversità. Le Analisi e raccomandazioni delle quattro autorità nazionali sono state consegnate oggi a Efsa e Echa.

Le due agenzie pubblicheranno i documenti sui loro siti web e avvieranno una consultazione on line in settembre. Raccolti i commenti, Echa e Efsa stileranno le loro conclusioni, attese rispettivamente in maggio e giugno 2022. Sarà quindi la Commissione europea a dover preparare una proposta legislativa sulla base dei pareri scientifici, da presentare ai paesi membri. Nel frattempo, l’Italia mantiene il divieto di usare il glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche di utilizzarlo nei campi per accelerare la maturazione e la raccolta. 

 «L'Italia che può contare sull'agricoltura più green in Europa deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione Europea e fare in modo – avverte la Coldiretti – che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri come il grano proveniente da Stati Uniti e Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta secondo modalità vietate in Italia dove la maturazione avviene grazie al sole». 

 Con l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra Ue e Canada (CETA) nel 2020, poi, «le importazioni di grano canadese in Italia sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente per un totale di circa 1,7 miliardi di chili ma il problema – sottolinea la Coldiretti – riguarda anche fagioli, lenticchie e ceci provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare proprio con l'utilizzo del glifosato" In Francia, nel 2017 il presidente Emmanuel Macron aveva promesso di vietare il glifosato entro tre anni, ma nel 2021 ha poi introdotto incentivi agli agricoltori per dimezzarne l’uso entro il 2022. In Austria, il Parlamento aveva approvato nel 2019 un divieto, rinunciandovi poi nel giro di pochi mesi. Mentre in Germania il Parlamento discute la proposta del governo di un bando dal 2024, per i danni che la sostanza potrebbe arrecare all’ambiente.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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