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Siracusa, il tempio di Apollo è allagato (e non si possono usare le idrovore)

Il più antico tempio greco d'Occidente è diventato una vasca. Ecco perché bisognerà aspettare che l'acqua si riassorba da sé

Di Massimiliano Torneo |

È il più antico tempio dorico dell’Occidente greco, la prima testimonianza di civiltà ellenistica fuori dalla madrepatria: il tempio d’Apollo, sito che dà il benvenuto ai viaggiatori all’ingresso di Ortigia, a Siracusa, ieri si è completamente allagato. Ancora stamane nessuna idrovora lo aveva liberato dalle acque cui lo ha costretto il ciclone mediterraneo che per un giorno ha imperversato sulla Sicilia orientale.

E non accadrà, secondo quanto spiega il soprintendente di Siracusa, Savi Martinez, perché in questi siti delicati le idrovore rischierebbero di portar via, insieme alle acque e ai detriti, testimonianze significative del sito stesso. E allora si attenderà che l’acqua venga assorbita naturalmente, con inevitabile nocumento per quelle pietre millenarie.

L’immagine del Tempio di Apollo di Siracusa è emblematica e testimonia come le aree archeologiche siano esposte a un degrado impossibile da sopportare”. A dirlo è Francesco Finocchiaro, direttore del dipartimento nazionale di Architettura e paesaggi di Archeoclub d’Italia. Che ha aggiunto: Non è facile valutare subito i danni che il patrimonio artistico, monumentale e archeologico subisce in queste ore. I nostri volontari dell’Archeoclub d’Italia stanno cercando di capire e documentarsi, ma la rete di intervento e monitoraggio su questi beni è rallentata dalla pioggia e dalla mancanza di strumenti dedicati”.

E lancia una proposta: “Appare sempre più urgente costituire la Protezione civile dei Beni Culturali. Catania, Augusta, Siracusa – prosegue – sono state le città più esposte e con loro le aree archeologiche e i monumenti più fragili”. Un pensiero dell’esponente di Archeoclub anche alla città megarese: “Pensiamo al Castello Svevo di Augusta – ha detto – non ancora recuperato e violentato dalle intemperie che ne accelerano il degrado. Serve – ha concluso Finocchiaro – intervenire presto, con il monitoraggio, la manutenzione e la realizzazione di strutture di protezione dagli eventi atmosferici: l’Archeoclub d’Italia è disponibile con la sua struttura organizzativa centrale e le sue sedi locali, dislocate su tutto il territorio nazionale, a dare il suo contributo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA