La voce espressione dell'anima, a trascrivere sentimenti, traghettare su impossibili itinerari, il pathos ideale per definire un'emozione.

Il bibliografo dell'archivio musicale, nei dettagli racconterà delle sensazioni memorizzate negli annali di vocalizzi e timbri, le sonorità, difficilmente riscontrabili nel cantare odierno, di Eduardo De Crescenzo appartengono ad un elevato esercizio.

Era il Sanremo del 1981, sul palco del festival si presentò questo ragazzo schivo e disincantato, la canzone portava le firme di "Migliacci – Mattone", destinata a trasformarsi in uno standard dai diritti d'autore senza scadenza temporale, una sempreverde scrittura.

Quattro decenni sono trascorsi da quella fotografia, "Ancora" è un sigillo inossidabile stabilizzata all'ingresso di una trasmissione televisiva notturna, il ragazzo ha maturato un tragitto sostenuto da dischi non improntati alla provvisorietà, "Cante Jondo", pubblicato ad inizio anni novanta, certificava la ricerca attraverso voce ed una piattaforma musicale legata a firme eccelse, "Naná Vasconcelos, Joe Amoruso, Ernesto Vitolo, Franco Del Prete".

"Avvenne a Napoli", recente capitolo, attesta il ritorno sulla scena, esibizione condivisa insieme a "Julian Oliver Mazzariello", talentuoso pianista, per un viaggio contemplativo sulla tradizione partenopea e innovazione italiana.

Due concerti siciliani, il 6 marzo Palermo – Teatro Golden, 8 marzo Catania – Teatro ABC.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA