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Guerini sposa il Calcio Catania: «Pronto a lavorare 24 ore al giorno per riportare in alto questo club»

Di Fabrizio Longo |

Già dai giorni scorsi sono circolate con insistenza voci riguardanti i nomi di coloro che dovrebbero comporlo: tra questi Vincenzo Guerini e Massimo Mauro. I due dovrebbero lavorare in sinergia e ricoprire ruoli diplomatici, ma anche fare da cuscinetto tra squadra e società, con particolare occhio di riguardo non soltanto alla prima squadra ma anche a tutto il settore giovanile.

Guerini, allenatore del Catania nelle stagioni 2000 e 2003, è stato soprattutto team manager della Fiorentina dal 2011 al 2016 e non ha escluso la possibilità di prendere parte al nuovo progetto tecnico del Calcio Catania.

E’ molto legato alla città tanto che dopo aver dichiarato di aver chiuso con il mondo del calcio nel 2016, ha avviato un’attività proprio a Catania. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per una breve chiacchierata riguardante ruoli, sensazioni e progetto.

Da dove nasce il suo legame con Catania?

«Ho una moglie del posto, vivo qui da 20 anni e avevo un bar in zona. Sono arrivato qui nel 2000 e mi ci sono stabilito perché mi sono trovato bene a livello ambientale e umano con la gente del posto. Se posso dare una mano alla città ed alla squadra lo faccio volentieri e con grande affetto nei confronti di Pellegrino perché so quanto ci tenga alla squadra e alla piazza».

Quale dovrebbe essere il suo ruolo?

«Io e Pellegrino abbiamo fatto diverse chiacchierate, abitiamo vicino e ci siamo incontrati. Adesso ci sono questioni più urgenti della mia, si deve sistemare tutto ciò che era disastrato ed iscrivere la squadra al campionato. Non abbiamo approfondito nei dettagli, ma dovrei dare una mano nella gestione dell’area tecnica. Alla Fiorentina ero più un uomo di scrivania, qui dovrei interessarmi alla prima squadra ed al settore giovanile, fattore a cui tengo particolarmente anche perché Torre del Grifo è un centro sportivo meraviglioso che va sfruttato al massimo. Si darà spazio solo alla meritocrazia. Si deve ricostruire in maniera seria il settore giovanile, sarà una mia priorità. Non mi occuperei di gestione e di uffici, mi occuperei di campo».

Si è parlato anche di Massimo Mauro, che dovrebbe lavorare al suo fianco.

«Lo conosco, è stato un grande giocatore e dirigente. Ci siamo conosciuti a Sky Sport. E’ molto legato a Maurizio Pellegrino. Nel calcio c’è bisogno di tante figure diverse che si possano relazionare con tutte le gradi società. Il suo innesto è un’ottima mossa da parte di Pellegrino». 

Quale dimensione merita il Catania?

«Quando ero alla Fiorentina, noi e tutto il resto della Serie A guardavamo con ammirazione e quasi invidia il Catania perché era una società che si è affacciata ed affermata in Serie A facendo buon calcio e realizzando ottimi profitti. Io mi domando come sia potuto succedere tutto ciò che è successo dopo, un vero disastro. Penso che anche a farlo apposta sarebbe stato difficile perché in una Serie A come quella di adesso, con 20 squadre e 3 retrocessioni, con una città e tifoseria come Catania, con un centro sportivo come Torre del Grifo, è impossibile che si sprofondi in questa maniera. Il Catania meriterebbe di stare in Serie A a vita, anche se parlarne adesso è blasfemo. Invece si trova nel campionato peggiore d’Europa, ovvero il girone C della Lega Pro: è altamente competitivo e ne passa soltanto una. E’ molto più facile salire dalla Serie B alla Serie A che dalla Lega Pro alla Serie B».

Questione allenatore: Lucarelli ha risolto il contratto.

«È stato bravissimo a tenere saldo il gruppo e a convincerne la maggior parte di loro a restare nonostante avessero più motivi per andarsene che per rimanere. Ha molta personalità ed è stato bravo. Sarebbe stato bello fosse rimasto, ma è un professionista e a tutti può capitare che arrivino proposte che non è possibile rifiutare. La priorità del Catania, finora, non è stato il campo, ma salvare la società. Le grandi squadre nascono con società solide alle spalle, altrimenti non si può andar lontano».

Le è stato proposto un ruolo anche inerente al calciomercato?

«Ho fatto l’allenatore per tanti anni. Innanzitutto serve un direttore sportivo per la prima squadra ed un altro per la Primavera. Tutti insieme, poi, ci occuperemo della gestione tecnica e del calciomercato. Se farò parte del Catania io vivrò a Torre del Grifo praticamente 24 ore su 24, ognuno si prenderà le proprie responsabilità ed insieme valuteremo ogni aspetto gestionale e di campo».

Nei dialoghi con Pellegrino e con gli altri componenti societari è già stato fatto qualche nome?

«No, assolutamente, Intanto bisognerà comporre l’organigramma tecnico, poi penseremo a scegliere l’allenatore. Non si può parlar di calciatori non sapendo chi sarà l’allenatore. Sarebbe un passo falso».

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