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In Sicilia la “Nasa” dell’Agroalimentare

In Sicilia la “Nasa” dell’Agroalimentare «Una Ferrari: ma ora dovete saper guidarla»

Il PanLab, centro superspecializzato per l’analisi degli alimenti

Di Mario Barresi |

MESSINA – Se chiudi gli occhi – e poi li riapri dopo qualche secondo – non ti sembra nemmeno di essere in Sicilia. Giovani ricercatori che parlano inglese fluentemente, tecnici con camici bianchi e competenze di alto livello, impianti hitech in stile Nasa, persino un giornalista giapponese che prende appunti sul tablet per raccontare questa bella storia. Benvenuti al Sud. A Messina, capitale internazionale del controllo della filiera agroalimentare. Con, in lista d’attesa, colossi industriali globalizzati come L’Oréal, Biotech, Shimatzu e Bio Balance, ma anche “big” italiani come Aia e non soltanto. Tutti pronti a investire risorse, umane ed economiche, per essere della partita. Che, nell’Isola dei perdenti e dei perditempo, stavolta può finire con una straordinaria vittoria. Per l’Università, per le imprese (molte delle quali siciliane), per centinaia di giovani protagonisti.   Si chiama “Panlab” l’eccellenza inaugurata ieri al Polo universitario dell’Annunziata. Sounds good, ed è musica per lo sviluppo della Sicilia. È un progetto del’Ateneo peloritano «mirato al potenziamento dei laboratori dell’Ateneo per analisi degli alimenti, studio della loro incidenza sulla salute umana e consulenza alle aziende agroalimentari». Investiti circa 22 milioni di euro, oltre ad altri 20,5 per progetti collegati. A tagliare il nastro il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti; accanto a lui, tra gli altri, il rettore Pietro Navarra, Giacomo Dugo (responsabile scientifico del progetto) e i docenti Vincenzo Chiofalo, Paola Dugo e Luigi Mondello, fra gli artefici di “Panlab”, oltre a Francesco De Domenico, direttore generale dell’Ateneo, e Antonio Panebianco, direttore del Dipartimento di Scienze veterinarie. Dopo la cerimonia, il ministro ha visitato i laboratori.   «Per organizzazione, dotazioni tecnologiche, strutture, capitale umano, rapporti con il mondo dell’impresa – spiegano i docenti responsabili del progetto – “Panlab” è una vera e propria azienda operante all’interno dell’Università. Una realtà in grado di offrire servizi all’avanguardia sul controllo delle filiere di produzione agroalimentare, continuamente sostenuta da un’attività di ricerca che trova proprio nell’ambiente accademico il suo terreno ideale di sviluppo».   “Panlab”, per entrare ancora di più nel dettaglio, si occupa di accertamenti che riguardano tutto lo spettro agroalimentare (carne, pesce, latte e derivati, uova, olio, vino e vegetali), «garantendo, grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate, tempi di risposta alle imprese accelerati rispetto all’offerta media in questo settore». Le principali linee d’azione? Verifiche di produzione, qualità, tracciabilità, certificazione (compresa la “Halal”, assai diffusa nei paesi arabi e di religione musulmana), ma anche «consulenza in campo, tesa in particolare a intercettare risorse economiche e alta formazione per aziende». Servizi che hanno consentito di «stringere accordi a livello regionale, nazionale e internazionale, varcando anche i confini continentali».   «Una grande concentrazione di competenze, di sapere, di tecnologie, quindi una grandissima opportunità», l’ha definita il ministro Poletti. Paragondo “Panlab” a «una bellissima Ferrari». Che non può certo restare in garage, perché «adesso che abbiamo lo strumento, bisogna guidarlo e farlo vincere». Consapevoli che «questa vittoria si possa ottenere solo da una grande collaborazione», perché «devono lavorare a questo risultato, naturalmente, l’Università, con gli studenti che sono lì impegnati e i ricercatori, la comunità locale, la Regione, gli imprenditori, il governo».   Un fiore all’occhiello per il rettore Navarra: «L’agroalimentare è uno dei settori di ricerca nei quali l’Università di Messina eccelle e che ha portato all’investimento di risorse per il potenziamento strutturale dei laboratori Panlab, che presto si tradurrà in una partnership pubblico-privato attraverso la costituzione di una Fondazione con l’obiettivo di coniugare informazione, ricerca e innovazione di un comparto nel quale la Sicilia ha sempre avuto un ruolo importante e che oggi deve essere rilanciato».   Tutti temi approfonditi, dopo l’inaugurazione, nel convegno “Piantare i Semi dello Sviluppo – Agroalimentare, Innovazione, Mercato del Lavoro” organizzato in collaborazione con Legacoop Sicilia, il cui presidente Pietro Piro sottolinea: «Portare le università nelle aziende e viceversa, è stato un grande passo in avanti. La ricerca è il carburante che alimenta l’innovazione, vantaggio competitivo che consente a una impresa di valicare vette che altrimenti avrebbe difficoltà a raggiungere. Oltre alle relazioni di Riccardo Del Punta (ordinario di Scienze giuridiche a Firenze), Giacomo D’Arrigo (direttore generale Agenzia Nazionale Giovani) e Dario Latella (facoltà di Giurisprudenza di Messina), moderati da Lino Morgante (direttore editoriale della Gazzetta del Sud), l’intervento del neo-assessore regionale all’Agricoltura, Sara Barresi: «L’agricoltura è donna. Produce, crea, genera ed è elemento vitale e importante come testimoniato dagli ultimi dati che attestano il settore in crescita in un momento di grande crisi. L’assessorato ha lavorato tanto per promuovere il settore tra i giovani e continuerà a farlo». twitter: @MarioBarresi

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