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La Thomas Cook sta fallendo, catastrofe all’orizzonte per migliaia di viaggiatori

Di Redazione |

Centinaia di migliaia di cittadini in vacanza o in trasferta rischiano di ritrovarsi bloccati, da un giorno all’altro, ai 4 angoli del globo.

Sarebbe questo – prima ancora di una valaga di licenziamenti – l’effetto piu immediato e catastrofico del fallimento, sempre più incombente, per il gruppo Thomas Cook, tour operator britannico tra i più antichi del mondo, che necessità nell’immediato di almeno 200 milioni di sterline per scansare la catastrofe.

I punti chiave di un piano di salvataggio da oltre mille milioni di euro sono stati concordati con gli azionisti del gruppo cinese Fosun e con le banche finanziatrici, che metterebbero 508 milioni di euro ciascuno: ma l’azienda ha dichiarato che alcune constroversie in Consiglio d’amministrazione oltre alle difficoltà a reperire d’urgenza i 200 milioni iniziali stanno mettendo seriamentre a rischio l’accordo.

Il fallimento dell’operazione di salvataggio si tradurrebbe in quellio che i media inglesi hanno già definito come “il piu grande rimpatrio di massa di cittadini britannici in tempo di pace”. Ma il collasso della compagnia finirebbe per colpire clienti in tutta europa, molti dei quali con i bagagli già fatti per partire o, peggio ancora, rientrare nelle prossime settimane.

Con la fine della Thomas Cook, oltre 21mila posti di lavoro andrebbero persi in tutto il mondo: si tratta perlopiù di impiegati negli uffici, nei 200 hotel e nelle 4 compagnie aeree di prorpietà del gruppo, il cui destino sarebbe tutto meno che chiaro.

La Cook – che conta un saldo di quasi 11 milioni di euro l’anno – fu fondata quasi 180 anni fa, e oggi è presente in 16 paesi, con un utenza di quasi 22 milioni di clienti annuali.

Cifre, queste, dalle quali traspare come la fine della compagnia segnerenne una catastrofe finanziaria, oltre che logistica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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